Lettera ad Elisa
Alla nostra Elisa,
La vita a volte ci mette davanti a delle sfide che ci rendono fragili, ma allo
stesso tempo ci aiutano a capire l’importanza di quel piccolo posto che ognuno di
noi occupa nel mondo. A volte, viene più semplice pensare che queste situazioni si
presentino, nella maggior parte dei casi, a chi, come te, è in grado di affrontarle.
Nessuno, però, riesce a spiegarsi come sia potuta accadere quella strage la notte
del 19 gennaio. È impossibile giustificare le disgrazie legate ad un incidente
stradale, eppure noi siamo obbligati a farlo. Quest’ultimo ha fatto sì che il tempo
di Chiara terminasse all’età di 19 anni e che il tuo futuro fosse incerto e legato
ad un filo. Non credere, però, che i nostri minuti, senza ricevere notizie, siano
meno interminabili dei tuoi. Viviamo costantemente la paura di venire a conoscenza
che le tue condizioni non migliorino. Il dolore sarebbe immenso. Il nostro stato
d’animo non cambia quando usciamo dalle mura scolastiche, ma ci accompagna per tutto
il resto della giornata. Ciò che accomuna noi compagni é il silenzio del dolore
percepito attraverso continui incroci di sguardi. Noi, però, non dimentichiamo i
tuoi di sguardi, ricchi di allegria e gioia di vivere. I tuoi occhi verdi illuminano
i nostri cuori e quando ci deliziavi con la tua presenza nella nostra piccola aula,
rendevi meno pesanti le lezioni. Per la tua timidezza, i tuoi occhi sono
fondamentali perché grazie ad essi siamo sempre stati in grado di leggere la tua
anima. Anche in assenza di parole, per noi sei sempre stata un libro aperto e un
nostro punto di riferimento quando la nostra razionalità veniva a mancare.
Speranza è il termine che in questi giorni abbiamo imparato a scuola ed è quello che
vogliamo insegnare a te. Abbiamo la speranza che tu possa riprenderti perché
crediamo in te e nella tua forza.
A te, Eli, dedichiamo ogni singolo istante della nostra quotidianità e anche se non
esattamente in questo momento, anche se non presto, comunque sia, prima o poi, tutto
il meglio.
Ps. Muoviti a tornare così da rendere le nostre lunghe ore a scuola piacevoli secondi.
AURORA LUPICA e FEDERICA MERLO