Ricordando il “giorno della Memoria”
A 72 anni dall’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, per non dimenticare quanto è accaduto al popolo ebraico nei campi di sterminio nazisti, l’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana” ha pensato e programmato, nelle mattine del 26 e 27 gennaio prossimi, nei locali dell’istituto, per i suoi studenti la visione del film Vento di primavera.
L’iniziativa nasce dall’esigenza fortemente sentita e condivisa dalla presidenza e da tutto il corpo docente di sensibilizzare i propri giovani sui temi del Giorno della Memoria per mantenere vivo nelle nuove generazioni il ricordo di una delle più atroci pagine della nostra storia e costruire il proprio futuro di pace e conoscenza in modo critico e consapevole.
In tutta Italia e in molti Paesi del mondo si celebra il «Giorno della memoria», per ricordare le vittime dell’Olocausto: una «Giornata» istituita nel 2005, per non dimenticare il dramma della Shoah e degli altri genocidi nazisti. La data, simbolica, coincide con l’ingresso ad Auschwitz delle truppe sovietiche che mostrarono al mondo, per la prima volta, l’orrore della «Soluzione finale» voluta da Hitler e dai suoi gerarchi per liberarsi, una volta per tutte, della «questione ebraica».
La scelta è ricaduta sul film “Vento di primavera” girato nel 2010 dalla regista Rose Bosch, interpretato da Jean Reno e basato su una storia vera. La regista ha deciso di creare un film sulla retata del Vel’d’Hiver dato che la famiglia del marito, di origine ebraica, ha vissuto a Montmatre vicino alla famiglia di Weismann, il bambino protagonista del film.
Joseph ha 11 anni. E’ una mattina di giugno, deve andare a scuola, porta cucita sul petto una stella gialla… Viene incoraggiato da un rigattiere ed insultato da una fornaia.
Tra benevolenza e disprezzo, Joseph, i suoi compagni ebrei e le loro famiglie imparano a vivere in una Parigi occupata, sulla collina di Montmartre, dove hanno trovato rifugio.
Almeno così credono, fino alla mattina del 16 Luglio del 1942, quando la loro fragile felicità vacilla…
Dal Vèlodrome d’Hiver, dove vengono ammassati 13.000 ebrei, al campo di Beaune-La-Rolande, da Vichy alla terrazza del Berghof, Vento di primavera segue i destini incrociati di vittime e carnefici.
Di coloro che hanno orchestrato.
Di coloro che hanno avuto fiducia. Di coloro che si sono opposti.
Tutti i personaggi sono realmente esistiti e tutti gli avvenimenti, anche i più drammatici, sono realmente accaduti in quell’estate del 1942.
In un angolo del campo di concentramento, a un passo da dove si innalzavano gli infami forni crematori, nella ruvida superficie di una pietra, qualcuno, chi, aveva inciso con l’aiuto di un coltello forse, o di un chiodo, la più drammatica delle proteste: “Io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia”.
(Luis Sepúlveda)
Franca M. Genovese