Ragazzi a teatro. L’IC Villafranca Tirrena e l’Opera dei Pupi
Lo scorso 17 gennaio 2018 noi ragazzi delle prime medie, insieme ai bambini della scuola primaria del nostro Istituto, siamo andati a vedere uno spettacolo sui pupi siciliani dal titolo “La luna di Orlando presso l’auditorium della chiesa “Nostra Signora di Lourdes”. Secondo me manovrare i pupi è un’arte molto interessante, ma faticosa, ci vuole molto lavoro per avere il giusto approccio con i pupi, anche molta capacità interpretativa nel tono di voce e anche tanta passione sia per il lavoro che si svolge, passione necessaria per coinvolgere gli spettatori che guardano con curiosità lo spettacolo.
I pupi sono le caratteristiche marionette armate di quel teatro epico popolare che, venuto probabilmente dalla Spagna di Don Chisciotte, operò a Napoli e a Roma, ma soprattutto, dalla prima metà dell’Ottocento, in Sicilia, dove avrebbe raggiunto il suo massimo sviluppo.
I PUPI
I PUPARI
I pupi non hanno fili come le marionette. Con le aste i pupari li muovono sullo sfondo di scenari ingenui e colorati. Li muovono al ritmo degli scudi e delle spade. Ma i pupi non sono marionette. La parola ha anche questo significato amaro. I pupi ci aiutano a capire il Gran Teatro del Mondo, dove si è fin dalla nascita “tutti pupi” (marionette, burattini, maschere, ombre), come dirà anche Pirandello. Ma il teatro dei pupi ha un altro significato. Il teatro dei pupi non è un teatro di marionette. I pupari che dietro i fondali li muovono, hanno per i pupi il rispetto “che ogni pupo vuole portato”. Il rispetto che Ciampa, pupo strozzato dai fili, chiede per sé. I pupari animano i pupi. Danno voce e sentimento alle loro “bambole” coperte di armature improbabili. I pupari raccontano le loro storie improvvisando e recitando. Raccontano come si raccontava una volta, quando il narratore parlava a tanti che lo guardavano sgranando gli occhi e credeva anche lui nella sua favola. I pupari raccontano storie di ribelli. Raccontano la favola di quelli che si battono contro un potere prepotente e in qualche modo riescono a vincere. Una favola. Una favola siciliana. E i paladini ne sono i nobili protagonisti. Nobili non perchè sono conti e baroni e indossano costumi colorati e luccicanti, ma perchè loro, almeno loro, non combattono pe sè. I paladini combattono per la religione, per l’amore, per la gloria, per la fedeltà. Non combattono per diventare ricchi e potenti. Forse per questo oggi la loro favola appare una rivisitazione nostalgica di un passato teatrale, incerto tra folklore e cultura. L’opera dei pupi è ancora teatro che rappresenta le tradizioni e la cultura della nostra amata Sicilia.
Antonio Schepici e Nicoletta Cannistrà
cl.I D Sc.Sec.di I grado Villafranca Tirrena