venerdì, Novembre 22, 2024
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Guerra in Siria

Quando si pensa alla Siria, ormai si fa automaticamente riferimento alla guerra civile in corso iniziata circa sei anni fa, nel 2011. Essa iniziò con semplici proteste, contro il regime del presidente Assad, che chiedevano riforme in campo sociale ed economico.

La crisi invece, ha successivamente coinvolto i paesi confinanti e buona parte della comunità internazionale, come possiamo purtroppo vedere e sentire ancora oggi. Il presidente Assad appartiene alla comunità religiosa alawita, gruppo islamico che riguarda una piccola ramificazione dello sciismo, che rappresenta a sua volta la percentuale minima della popolazione, motivo per il quale l’Iran sciita è intervenuta a sua volta a protezione del governo siriano. Accanto a quest’ultimo si sono affiancati anche altri Paesi sciiti come Afghanistan e Iraq, oltre alla Cina e alla Russia. Invece il cosiddetto “fronte dei ribelli” è formato dai Paesi sunniti come Arabia Saudita e Qatar ed è sostenuto dalla Turchia, dalla Francia, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Oggi quelle semplici proteste si sono trasformate in scontri e in veri e propri conflitti da cui ne escono vittime centinaia di persone, molto spesso innocenti civili, donne, vecchi e bambini.

Protagonista di questi sanguinosi scontri è diventato presto l’autoproclamato Stato islamico in seguito conosciuto come ISIS, nome che si è dato un’organizzazione jihadista salafita fondata già nel 2004 per combattere gli sciiti e il cristianesimo. Diffusosi in molti Stati arabi luoghi di tensioni civili, ancora oggi l’ISIS continua a colpire la Siria governativa con massicci bombardamenti e attentati con armi chimiche che provocano un elevato numero di feriti e morti, oppure con attentati spesso provocati da individui che si fanno esplodere in nome di Allah. La Siria a noi europei sembra un paese lontano e le notizie che giungono da lì quasi non le ascoltiamo più, invece dovremmo riflettere sulle conseguenze della guerra anche sulla nostra vita.

Non possiamo ignorare infatti le centinaia di migliaia di profughi che, per cercare scampo alla morte e alla disperazione, fuggono prima nei paesi vicini e poi tentano di trovare pace e una vita migliore proprio in Europa, così come non possiamo dimenticare che l’ISIS minaccia tutti noi insanguinando il mondo con attentati imprevedibili che, oltre alle vittime, stanno seminando soprattutto paura per il futuro.

 

Sofia Bagnato

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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