domenica, Dicembre 22, 2024
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Attenti al gioco

In Italia ed anche in Sicilia intorno a noi il gioco d’azzardo è sempre esistito anche in passato, ma ultimamente è cambiato qualcosa, perché una sala scommesse, una sala Bingo o un locale con le slot li troviamo ad ogni angolo della strada delle nostre città. Oltre a ciò inizia a crescere la diffusione il gioco online, più immediato e facile da praticare da parte di tutti, anche dai ragazzini nonostante sia vietato. Tutto questo è preoccupante perché molte persone non lo prendono come un gioco, un passatempo, ma diventa come una vera e propria dipendenza, una patologia particolare chiamata “ludopatia.” L’azzardo piace perché stimola una sostanza detta adrenalina, ma la maggior parte delle volte sfugge di mano perché da un lato si continua a giocare per rifarsi delle perdite di denaro e dall’altro per il bisogno psicologico di farlo.

Il giocatore d’azzardo patologico, in particolare, si riconosce perché sempre intento a pianificare la prossima impresa di gioco o a escogitare modi per procurarsi soldi per giocare. Egli tenta di ridurre, controllare o interrompere il suo “vizio”, ma senza successo perché diventa irrequieto e irritabile e, se perde, ritorna e ricomincia. Molti sono finiti in trappola al punto da suicidarsi per i debiti o rovinando la famiglia. Il gioco online, grazie al diffondersi di siti dedicati a scommesse o giochi vari, rappresenta poi la fusione tra gioco d’azzardo classico e nuove tecnologie. Anch’esso può diventare patologico e, nascondendo grandi guadagni per chi lo gestisce, viene molto promosso sul web e dalla pubblicità martellante che, nonostante ripeta che sia vietato ai minori o comunque dannoso, permette che se ne faccia un uso spesso non controllato. Certo il gioco, secondo me, nasce come divertimento, un modo per svagarsi, ma il confine tra passatempo e dipendenza è troppo facile da superare e bisogna sempre stare attenti a smettere finché si è in tempo oppure, come per le droghe, non provarci per niente.

 

Ilaria Genovese

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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