Manlio Milani incontra gli studenti a Santa Teresa di Riva
Manlio Milani, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di piazza Loggia
“Chiudersi nel silenzio è un torto alla Memoria”: è questo il titolo dell’incontro tenutosi il 10 Gennaio nella Palestra dell’Istituto di Istruzione Superiore “Caminiti-Trimarchi” di Santa Teresa di Riva, organizzato in collaborazione con l’Associazione Amici di Onofrio Zappalà, rappresentata da Antonello D’Arrigo e Natale Caminiti. Il protagonista dell’evento è stato Manlio Milani, testimone diretto di uno dei più noti attentati degli Anni di Piombo: la strage di Piazza della Loggia del 1974, a Brescia, durante una manifestazione sindacale contro il terrorismo neofascista. Una bomba, nascosta in un cestino per i rifiuti, fatta esplodere dai terroristi, uccide otto persone (fra cui la moglie di Milani Livia) e ne ferisce un centinaio. Da allora, Manlio seppur affranto, ha deciso con coraggio e tenacia di non rimanere in silenzio ma di battersi per trovare i colpevoli e di raccontare a più persone possibili la sua storia, che è la storia della cosiddetta strategia della tensione, una lunga serie di attentati, dal 1969 al 1984, da Piazza Fontana, alla Bomba alla Questura di Milano, al treno Italicus.
Accolto dalla Dirigente Scolastica Carmela Maria Lipari e dagli studenti del Liceo Classico e del Liceo Scientifico di Santa Teresa di Riva, Milani ha condiviso con i presenti il suo dolore, le sue speranze e la sua voglia di fare giustizia, distaccandosi dalla cruda violenza degli attentatori che, in quel lontano 28 Maggio, non hanno solo tolto vilmente la vita a tanti innocenti ma, come ha espressamente detto, anche “il loro diritto all’ascolto e alla parola”, oltraggiando nel contempo la libertà di tutto il popolo italiano.
L’intervento di Milani è stato anche un attento excursus storico che ha saputo presentare la società di quegli anni in cui la diversità di ideologie e di opinioni è stata spesso motivo di scontri violenti e di vili attentati, per incutere paura all’opinione pubblica e per destabilizzare lo Stato democratico.
Nel 2017, grazie a Manlio Milani e alla sua Associazione dei familiari delle vittime della strage di piazza Loggia, dopo 3 istruttorie e 11 processi che hanno dimostrato la matrice della Destra Rivoluzionaria sull’attentato, i giudici hanno condannato all’ergastolo l’ottantaduenne Carlo Maria Maggi, il medico leader di Ordine Nuovo nel Triveneto, ai domiciliari a Venezia e un altro militante neofascista, Maurizio Tramonte, ex informatore dei servizi segreti, estradato dal Portogallo che dovrà scontare la pena in Italia.
“Finalmente giustizia è fatta”, ha detto Manlio Milani, augurando poi agli studenti un futuro positivo, esortandoli a prendere parte alle sfide, a superare gli ostacoli e a combattere per i propri ideali, se giusti, fino alla fine.
Enrico Barbera (IIIB Liceo Classico)