venerdì, Novembre 22, 2024
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Buon compleanno, tricolore!

Il verde della speranza di un popolo fiero, il bianco della purezza e il rosso della passione e del cuore!

 

I colori della nostra amata bandiera sono ormai conosciuti da tutti e il nostro tricolore è molto

apprezzato ma alle sue spalle ha una storia lunga che inizia prima della tanto attesa unità d’Italia; e proprio pochi giorni fa, più precisamente il 7 gennaio, si è festeggiato il suo anniversario.

Ricordiamo che per molti secoli, dopo lo scioglimento dell’impero carolingio, alla fine dell’800, lo stivale era considerato e trattato come territorio di conquista e l’obiettivo di un’Italia unita potrà raggiungersi soltanto nel 1861, grazie al periodo risorgimentale.

Tuttavia l’idea della creazione di una bandiera italiana era già viva molto tempo addietro.

bandiera cispadana

Nasce la “prima” bandiera italiana: è il 1797. Urgeva un simbolo per distinguere la componente italiana all’interno dell’esercito napoleonico: nella repubblica della Cispadana si arriva a proclamare l’anno successivo l’adozione del Tricolore da parte di un sovrano italiano quando il segretario generale della confederazione, al congresso tenutosi a Reggio Emilia, propone “universale lo Stendardo o bandiera Cispadana di tre colori: Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella coccarda cispadana e che questa debba portarsi da tutti“.

Questo stendardo era leggermente diverso da quello attuale, i colori erano disposti secondo il seguente ordine: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso, al centro era rappresentato il Turcasso o Faretra con quattro frecce, a simboleggiare l’unione di quattro popolazioni, inoltre ai lati erano poste le lettere R e C ovvero le iniziali della Repubblica Cispadana.

La bandiera e più in particolare i colori vennero scelti sul modello francese ma dopo la sconfitta di Napoleone questa fu abolita senza però abbandonare il posto occupato nel cuore degli italiani.

Torna ad essere utilizzata nel 1848 e resa ufficiale dal Regno di Sardegna dei Savoia che sostituiscono il precedente marchio centrale con il loro scudo durante la guerra di indipendenza e gli italiani non mancarono di innalzarla alla prima occasione durante gli scontri con gli austriaci.

Nel corso degli anni fu modificata dai vari piccoli regni italiani con svariati simboli e scritte inerenti alla libertà che rispecchiavano la volontà principale del popolo.

Arriviamo infine al 17 marzo del 1861, che oggi è per noi data di grande festa per l’unione della nostra patria e nascita effettiva di un vero e unico popolo e territorio. Il nuovo stato proclama tacitamente anche il tricolore con lo stemma dei Savoia, orlato d’azzurro e sormontato dalla corona reale, il quale è sancito altresì nell’art. 12 della Costituzione.

Grazie a questi avvenimenti, il concetto di nazione e popolo ormai uniti sotto la stessa costituzione e stessa lingua, toccheranno l’apice e riusciranno a dare speranza e felicità immense.

Un amore tanto grande per la bandiera fu quello dell’ex presidente Ciampi, scomparso recentemente, il quale non perdeva occasione per mostrare il suo patriottismo e rievocare il senso di appartenenza nazionale concludendo i suoi discorsi spesso dicendo: “Viva il tricolore, viva la nostra bandiera, viva l’Italia”.

Inoltre, è previsto un evento nel 2020 in cui si terrà una sfilata proprio a Reggio Emilia per le vie del centro storico con il più grande drappo tricolore che misura proprio 1797 metri per richiamare la data della sua nascita ufficiale.

Piccola sorpresa: l’ospite d’onore sarà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Che altro aggiungere? Viva l’Italia!

 

Miriam Cambria III C BS

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