Interviste a Napoleone Bonaparte
Prima intervista:
Un giorno il mio capo mi ha chiamato affidandomi un compito molto prestigioso: intervistare Napoleone!
Io contenta, mi feci dare il numero di Napoleone. Poi lo chiamai dicendogli: “Buonasera Napoleone Bonaparte, parla la giornalista Samanta De Gaetano del telegiornale News, news, news. Vorrebbe per la prima volta nella vita farsi intervistare? Parleremo del vostro passato. Della vostra vita da Console e poi da Imperatore. Che ne dite?”.
Lui rispose: “Cara Samanta, sarei molto contento di essere intervistato da lei per un telegiornale. Affare fatto. Quando ci vediamo?”
Io risposi: “Oggi, alle 17:30 vi va bene?” Lui rispose di sì e staccai.
Dopo essermi preparata mi imbarcai sulla nave che mi avrebbe portato all’Isola di S. Elena, molto lontana dalla Francia. Quando sbarcai, il mio collega Salvo De Salvi, accese la telecamera e io incominciai a parlare: “Buonasera a tutti. News, news, news vi invita ad ascoltare l’intervista che farò a Napoleone Bonaparte. Quella che vedete dietro le mie spalle è l’isola di S. Elena. Come sapete Napoleone è stato mandato in esilio proprio qui.”
Dopo che ci aprirono la porta, Napoleone mi invitò nel suo soggiorno dove incominciai a intervistare: “Cara gente, ho l’onore di presentarvi e intervistare Napoleone Bonaparte, e questo è il suo soggiorno.” Poi dissi: “Napoleone, mi può dire cortesemente com’è incominciata la sua carriera da Generale?”
Lui rispose: “Facile, incominciai la mia carriera da Generale quando il Direttorio mi inviò in Italia per sconfiggere l’Austria. Aggiungo che mentre io ero in Italia, c’era un altro esercito che combatteva in Austria. Quegli stupidi del Direttorio pensavano che io non riuscissi a sconfiggere gli Austriaci ma io, grazie alla mia abilità tattita-senza offesa sono stato un bravo stratega- ci riuscii. Sono molto contento di quello che ho fatto, anche se mi sono reso conto che ho compiuto anche grossi sbagli di cui adesso mi pento.”
Io poi chiesi: “Ma è vero che nel trattato di pace di Campoformio ha ceduto la libera Venezia all’Austria? Ed è vero che ha fatto tante repubbliche? Come si chiamavano? Perché presero quel nome?” Lui rispose: “Si è vero, prima di tutto ho ceduto Venezia all’Austria. Come avevo detto prima, questo fu un mio grosso sbaglio, infatti tutti gli Italiani rimasero scioccati e delusi. Parlando delle Repubbliche, si chiamano: Cisalpina perché raccoglieva i paesi della zona alpina italiana, Cispadana perché raccoglieva i paesi della pianura Padana, Romana perché si trovava al centro e Partenopea nella zona di Napoli.”
Poi dissi: “Ma Napoleone oltre a fare grandi sbagli ha anche governato con saggezza creando il Codice Civile e costruendo meravigliose strade, case … “. Poi continuai a dire: “Ma è vero che nella campagna in Egitto voi avete sconfitto i Turchi?”
Lui rispose: “Si proprio così. Soltanto che dopo, gli inglesi, di nascosto, ci hanno bruciato le navi. Maledetti inglesi! Se non fosse successo non avrei fallito!”
Io: “Avete anche portato in Francia la stele di Rosetta grazie alla quale è stato possibile interpretare la scrittura geroglifica egiziana, vero?”
Lui: “Certo che è vero.
Io continuai a dire: “Ma Napoleone, secondo voi qual è stato il vostro più grande errore?”
Lui rispose con faccia delusa: “Secondo me, il più grande errore che ho fatto è stato quello di voler attaccare i Russi perché non avevano rispettato il blocco commerciale che prevedeva il divieto assoluto di commerciare con l’Inghilterra.”
Dopo questa lunga prima parte dell’ intervista, andò in onda la pubblicità. Poi ricominciai a parlare e chiesi: “Quando foste sconfitto la prima volta??” Lui: “A Lipsia dalla coalizione. Aggiungo che sono stato costretto all’esilio nell’isola d’Elba. Dico anche che sono riuscito a scappare, e che anche se solo per 100 giorni sono diventato di nuovo Imperatore e poi sono stato sconfitto definitivamente a Waterloo. Mi hanno mandato in esilio qui e penso che non potrò più uscire da questa isola.”
Io poi dovetti salutare Napoleone Bonaparte contenta di questa intervista esclusiva e dissi: “Ancora non posso credere di avere intervistato Napoleone Bonaparte!. Sono contentissima del lavoro che faccio. Buona giornata a tutti e a presto. Mi raccomando seguite News, news, news.”
A telecamere spente, però, non ho potuto trattenermi dal fare un’ultima domanda al grande genio di Napoleone: “ Adesso che siete stato definitivamente sconfitto immagino che tanti di quelli che prima vi elogiavano vi hanno lasciato da solo…” “E’ vero-rispose lui- nessuno parla più di me, né per lodarmi, né per insultarmi. Qui sono rimasto da solo: ho conosciuto la più grande gloria e anche la più grave sconfitta, dalle stelle alle stalle, come dite voi moderni…Eppure adesso, che sono quasi al tramonto della mia vita, scopro che non è così: gli uomini mi hanno lasciato solo ma c’è qualcuno con me che non mi abbandona mai: Dio”
“Già-risposi commossa io- il grande poeta Alessandro Manzoni è stato l’unico a comprendere fino in fondo questa verità e vi dedicherà un canto che non morirà mai… Addio Napoleone”
Me ne tornai nel mio tempo contenta di avere conosciuto Napoleone e ripetendo tra me e me i meravigliosi versi finali del 5 maggio di Manzoni: “Il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, sulla deserta coltrice accanto a lui posò”
Samanta De Gaetano, Classe V C Scuola Primaria “Militi”
Seconda intervista:
Un giorno il mio capo mi ha chiamata affidandomi un compito molto prestigioso: intervistare Napoleone Bonaparte!
Siamo all’inizio dell’ottocento e Napoleone, il grande imperatore francese, si trovava in esilio sull’isola d’Elba, colsi allora l’occasione per andarlo a trovare ed intervistarlo.
Presi la prima nave disponibile dal porto di Palermo, cominciai a navigare; era buio e c’era anche un po’ di nebbia ma per fortuna in poco tempo riuscII a mettere piede sulla terraferma.
Appena vidi Napoleone Bonaparte gli andai incontro, ero emozionata e subito iniziai a fargli delle domande: <Come è stata la sua vita e cosa ha provato ad essere imperatore?> e lui rispose <Intanto bon jour mademoiselle, la mia vita è stata piena di cose belle e brutte, il giorno più bello è stato quando sono diventato imperatore, perché finalmente nessuno mi trattava come un piccolo generale che non era capace di fare una guerra e di vincerla>.
<Mi scusi per l’invasione, posso farle un’altra domanda?>: <Si certo> rispose lui;
<Cosa ha provato quando ha conquistato Venezia e l’ha consegnata all’Austria, si è sentito in colpa oppure era orgoglioso di questa vittoria?>
<Ovviamente prima ero felicissimo perché avevo raggiunto il mio obiettivo, cioè di mantenere calma l’Austria per un po’ ma poi mi sono sentito in colpa perche dissi all’Italia che avrei portato: LIBERTE’, FRATERNITE’, EGALITE’, invece ho fatto tutto il contrario, ma adesso basta fare domande, sono stanco e voglio riposare. vada via per favore>, <Ok, arrivederci allora!> dissi io e così presi la nave e me ne ritornai a casa, peccato perché avevo ancora tante domande da fargli.
Avrei voluto chiedergli soprattutto se era stato lui e chi lo aveva autorizzato a portare in Francia alcune opere d’arte italiane, come ad esempio alcune madonne del Raffaello…
Alla fine io l’ho incontrato negli ultimi anni della sua vita e lui era molto stanco, quindi era inutile fargli tante domande, per me è stata comunque una bellissima esperienza che mi ha arricchito molto.
Sofia Mammola
Classe V C Scuola Primaria “Militi”