Macchina del tempo: RIVOLUZIONE FRANCESE
Era sabato e io e la mia famiglia avevamo deciso di fare un picnic.
Dopo aver parcheggiato siamo andati a posare il cibo e alcuni giochi, e poi ci siamo recati a vedere il fantastico paesaggio di fiori di tutti i colori: gialli, azzurri, rossi, …. abbiamo visto anche una grotta, peccato che si era fatto tardi per entrare! Alle due siamo andati a mangiare tante cose deliziose. Dopo un po’, mentre tutti si riposavano, io andai alla grotta e vi entrai. Quando feci un passo, senza farlo apposta, toccai una pietra, questa girò tante volte e all’improvviso mi ritrovai in una città dove parlavano in un’altra lingua: la lingua Francese. Stranamente mi accorsi che anche io sapevo parlare quella lingua e la comprendevo.
Eravamo in una piazza. Lì vidi tanta gente, ad un certo punto sentii uno squillo di tromba e tutti si ritirarono, tranne un uomo vestito elegantemente che disse: “Cara gente, il Re Luigi XVI invita il clero e i nobili alla sua corte. Lì farete un ricco banchetto …… Il Re sarà molto felice della vostra visita! Adesso vi saluto. Mi raccomando, la festa incomincerà alle 20,00, il giorno 15 novembre.”
Tutti gli uomini eleganti, felici della splendida notizia, si esaltarono e corsero dagli altri nobili per comunicarlo. Gli altri uomini rimasti erano vestiti un po’ male, proprio come me. Mi accorsi subito che quello era il popolo, mi accorsi anche che io, per come ero vestita, ero una contadina.
Tutto il popolo si mise a sbuffare e a gridare con molta rabbia dicendo: “Non ce la facciamo più a causa delle pesanti tasse!! Smettetela di essere egoisti, pagate le tasse anche voi! Pagatele anche voi!” Io, per non sentire tanto baccano, mi spostai da un’altra parte dove dei contadini coltivavano molte cose. Qui feci conoscenza con una bambina di nome Eleonora, aveva 9 anni e mezzo proprio come me!! E amava anche lei tutti i colori, tranne il grigio. Era vestita come me e aveva anche i capelli lisci, gli occhi marroni scuri. Insomma sembrava un mio clone!
Dopo aver fatto conoscenza insieme iniziammo a giocare e poi volevamo mangiare, ma il cibo scarseggiava e quindi chiedemmo alla mamma di Eleonora, che era molto preoccupata, perché non c’era cibo. Lei tristemente rispose: “Mi dispiace figliole mie, ma sta arrivando una grande carestia. Gli ortaggi che stavamo coltivando, sono andati tutti a male e adesso non ci rimane altro che acqua e un po’ di farina per fare il pane.”
Quello stesso giorno arrivò un altro uomo vestito elegante che disse: “Cara gente, il Re Luigi XVI invita i rappresentanti dei tre stati nel suo palazzo reale per decidere se i primi due stati devono pagare le tasse oppure no. L’incontro si terrà domani alle 17:30. Buona giornata!”
Il giorno dopo andammo al castello, era enorme! Ricco di sfarzi: tendaggi, tappeti, mobili di lusso. Dentro c’erano grandi sale, tutte con grandi quadri del Re e della Regina e un grande salone con tanti specchi.
Quando entrammo nella stanza dell’assemblea il Re, Luigi XVI, era seduto sul grande trono tutto d’oro. Iniziata l’assemblea il Re incominciò a chiedere come votare, alcuni uomini (cioè il popolo) dissero di votare a persona, mentre gli altri due stati dicevano di votare a gruppi. Il Re, vedendo che non riuscivano a mettersi d’accordo, sciolse l’assemblea. Io e il terzo stato, arrabbiati ci chiudemmo nella sala della Pallacorda dicendo al Re: “Maestà, noi giuriamo che se Voi non metterete leggi più giuste resteremo qui!” Il Re Luigi XVI arrabbiato chiamò a sua difesa l’esercito. Allora il popolo attaccò la Bastiglia, liberando tutti i prigionieri politici.
Dopo giorni, il Re insieme all’assemblea approvarono la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino che affermava: TUTTI GLI UOMINI DEVONO ESSERE LIBERI, LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI.
Il popolo fu molto contento del risultato ottenuto e così decise di fare dei cartelloni con scritto: Libertà, Fraternità e Uguaglianza, attaccandoli nelle piazze. Alcuni fecero anche disegni molto belli, uno di questi lo feci anch’io.
Dopo nove mesi, si scoprì che il Re Luigi XVI, travestito da borghese, tentò di scappare dalla Francia, ma fu subito riconosciuto e per punizione decidemmo di condannarlo alla ghigliottina. Il giorno stabilito, tutti i grandi andarono ad assistere alla morte del Re e della Regina Maria Antonietta. Ci volle un attimo per ucciderli, anche se la scena fu brutta. Era caduta la Monarchia ed era stata istituita la Repubblica.
Però furono pochi i giorni sereni della Repubblica, poiché un rivoluzionario spietato: Massimiliano Robespierre prese in mano il potere governando in un modo molto crudele. Io e Eleonora la chiamammo “epoca del terrore”. Lui fece tante leggi: cambiò i mesi, estese i voti a tutti gli uomini, rese la scuola pubblica…ma trattava spietatamente tutti quelli che sospettava fossero nemici della rivoluzione, condannandoli a morte. Noi e gli altri rivoluzionari moderati, ormai stanchi del suo modo di governare, condannammo Massimiliano Robespierre alla ghigliottina.
Il terrore fini finalmente e il potere fu affidato al Direttorio costituito da cinque borghesi. Ora la situazione si era un po’ tranquillizzata, anche se la Francia era in guerra con diverse nazioni europee che temevano che la rivoluzione potesse scoppiare anche da loro…
Io sentivo la mancanza della mia famiglia e chiesi ad Eleonora se le dispiaceva se io me ne fossi tornata al mio paese. Lei rispose di no poiché capì che io soffrivo di nostalgia. Mi diede in dono una collana. Quando la indossai mi ritrovai nella grotta e uscendo vidi che i miei si erano svegliati dal pisolino dopo pranzo e mi misi a giocare con loro.
Il mio viaggio nel passato è stata davvero una fantastica avventura!!!!
Samanta De Gaetano
Classe V C Militi