La schiavitù di oggi
Per molte persone la parola schiavitù è legata alla tratta degli schiavi, ai trasferimenti via nave da un continente ad un altro, al cosiddetto “commercio triangolare”. Pensiamo quindi che questa forma di sfruttamento sia legata al passato, ma in realtà continua ancora OGGI. Milioni di uomini, donne e bambini in tutto il mondo sono infatti costretti a vivere come schiavi. Naturalmente questo asservimento non viene chiamato più “schiavitù”, ma le condizioni sono sempre le stesse, perché le persone sono vendute come oggetti, costrette a lavorare gratis o per una paga minima. La schiavitù esiste perciò ancora oggi nonostante sia vietata nella maggior parte dei paesi dove viene praticata ed è proibita anche dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” del 1948. Donne dell’Europa dell’Est sono trascinate nella prostituzione, i bambini sono venduti e comprati da un paese all’altro e gli uomini sono costretti a lavorare come schiavi nei latifondi agricoli brasiliani: lo sfruttamento prende molte forme e riguarda persone di tutte le età, sesso e nazionalità. Ma alcune caratteristiche diffuse distinguono la schiavitù da altre violazioni dei diritti umani.
Uno schiavo è infatti obbligato a lavorare sotto minacce fisiche o psicologiche, è posseduto o controllato da un datore di lavoro, è privato della sua dignità umana, trattato come un oggetto o comprato e venduto come una proprietà privata. La schiavitù per debito, in particolare, riguarda almeno 20 milioni di persone in tutto il mondo e si verifica quando dei soggetti diventano lavoratori per debito, talvolta con l’inganno, anche per un prestito piccolissimo, a volte fatto solo per acquistare medicinali per un figlio malato. Per saldare questo debito le vittime sono poi costrette a lavorare moltissime ore al giorno indipendentemente dalla loro età, sette giorni a settimana, 365 giorni l’anno, e in cambio ricevono il minimo per alimentarsi e ripararsi, ma non potranno mai arrivare a saldare il dovuto. Le forme peggiori di lavoro minorile riguardano comunque i bambini che lavorano in condizioni di pericolo o sfruttamento. Decine di milioni di minori nel mondo lavorano infatti a tempo pieno e pertanto sono privati dell’istruzione e del gioco, elementi fondamentali per il loro sviluppo individuale e sociale, diritti irrinunciabili. Ma essi vengono spesso sfruttati anche per il loro valore commerciale, attraverso la prostituzione o la vendita, spesso rapiti, comprati o costretti dalla necessità. Non vanno poi dimenticati il trasporto e alla tratta di esseri umani, di solito riguardante donne e bambini costretti con la forza o con l’inganno ad un’esistenza di sfruttamento e violenza.
Per me nel mondo non ci dovrebbe essere nulla di tutto questo, perché siamo tutti uguali, senza distinzione, ma non è sicuramente facile eliminare lo sfruttamento di chi viene ritenuto inferiore o più debole se c’è chi ancora pensa di poter disporre liberamente di un altro essere umano. La schiavitù è invece una violazione dei diritti della persona e come tale non dovrebbe esistere ed essere punita severamente.
Aurora Triolo
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.
Schiavitù moderna, non cerchiamo di smerciare per altro, questo schifo!
Tutta ‘stà (falsa) tecnologia doveva migliorare la qualità della vita, invece ecco!
E la vita passa, distratti da tutto questo fumo illusorio, che ci nasconde le uniche cose che invece contano davvero…
Questo pianeta sta avendo quello che voleva, nessuno lo ha obbligato a vivere così! Se voleva altro, avrebbe scelto altro. È tutto molto semplice, al di là delle mille chiacchiere economico-politiche, altro fumo negli occhi!