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Salvatore Todaro: un eroe da non dimenticare

Esiste, per la città di Messina e per la Marina Militare tutta, un eroe poco conosciuto ma dal grande valore umano al punto da meritargli l’appellativo di “corsaro gentiluomo”: Salvatore Todaro. Questi nacque a Messina il 16 di settembre del 1908 ma, subito dopo la sua nascita, la sua casa venne rasa al suolo dal famoso terremoto che colpì Messina in quello stesso anno.

La sua famiglia decise così di trasferirsi a Chioggia e infine in Veneto. Qui, grazie alla sua determinazione, coltivò la sua passione per i sommergibili dopo che, secondo una cronaca, all’età di sei anni disse che da grande avrebbe pilotato un sommergibile. Dopo alcuni anni all’Accademia Militare decise di ritornare a Messina, dove divenne comandante di corvetta. Il suo sogno si era avverato. Svolse questo compito con impegno fino al giorno della sua morte. Nonostante avesse l’accento veneto, Todaro affermava di essere messinese e con questa frase ha tenuto il nome della città di Messina ancora più alto.

Era un militare molto particolare. La sua più grande caratteristica era infatti quella di portare in salvo l’equipaggio della nave appena colpita. Diceva sempre “Io combatto una guerra contro le macchine, non contro gli uomini”. Un’altra caratteristica di questo grande eroe era quella di combattere “a viso scoperto”, cioè sparando con il cannone e non con i siluri, molto meno prevedibili. Salvatore Todaro durante la sua carriera militare nel corso della seconda guerra mondiale ha affondato con coraggio e capacità strategiche notevoli diversi piroscafi, tra cui uno belga, un altro inglese e così via, sempre riportando però a terra l’equipaggio, cosa che gli valse oltre all’appellativo di “gentiluomo” anche gli onori del nemico stesso e diversi riconoscimenti, per quanto non gli piacesse mettersi al centro dell’attenzione. Questo grande uomo fu inoltre un brillante stratega della Marina Militare Italiana e a lui si debbono diverse armi, sia d’attacco sia di difesa, entrati poi nella dotazione bellica nazionale. Salvatore Todaro è morto a La Galite, in Tunisia, il 14 di dicembre del 1942, colpito alla tempia da una scheggia durante un bombardamento. La sua memoria è stata però trascurata per più di due generazioni ed è per questo che i parenti, appoggiati dalla Marina Militare, stanno facendo il possibile per far riemergere questa figura così eroica, così unica, così piena di fascino. Oggi la città di Messina, per elogiarlo, ha eretto un busto in suo onore e ha aperto un piccolo museo in cui sono esposti i suoi effetti personali e diversi oggetti appartenuti a questo importante eroe dal cuore interamente siciliano.

 

Joao Pedro Flaccomio

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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