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Il Duomo di Messina

Il Duomo di Messina, chiesa cattedrale dell’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, nella sua storia è stato danneggiato da diversi eventi. Il primo fu l’incendio del 1254, che bruciò la Sacra Lettera della benedizione che secondo la tradizione la Madonna aveva inviato alla città, poi il terremoto del 1908, dopo il quale la cattedrale fu ricostruita perché rasa al suolo ad eccezione della Cappella del Sacramento. Infine nel Novecento, oltre che dal terremoto, essa fu danneggiata gravemente dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale nel 1943.

Le bombe infatti provocarono un altro incendio all’interno facendo ulteriori danni. Nella cattedrale oggi è conservato il “Tesoro del Duomo”, cioè una collezione di opere d’arte di carattere sacro legate al culto della Madonna della Lettera, la patrona di Messina. In particolare è possibile ammirare la Manta d’oro, ovvero una copertura sottile che secondo lo stile bizantino veniva messe sulle pitture di carattere sacro e che lasciava scoperti solo i volti. Gli oggetti all’interno del museo vengono utilizzati tutt’oggi per le messe ed essi sono stati realizzati come ringraziamento a Maria. L’opera più antica del tesoro è una lampada in cristallo di rocca, un’opera molto rara perché è un unico flop risalente probabilmente a più di mille anni fa, così tanto antica che non si sa se è una lampada o un vaso. Dentro al museo vi sono anche dei bracci reliquiari, così detti perché all’interno vi sono delle reliquie dei santi: uno è in argento e rappresenta una benedizione alla maniera greca con le tre dita alzate che indicano la trinità e le altre due l’unione; il secondo invece benedice alla maniera latina come fa il papa oggi. Poi ci sono anche le reliquie di San Paolo, con il dito che indica Dio, San Sebastiano riconoscibile dalla freccia e San Giacomo con la conchiglia in mano simbolo del pellegrino. Oltre queste reliquie vi è l’opera più preziosa, ovvero la Manta d’oro della Madonna della Lettera fatta nel 1600 e terminata sette anni dopo, realizzata a Messina da uno scultore messinese. Essa è formata da una lamina tutta d’oro zecchino ed altrettanto preziosa è la lavorazione perché prendevano la lamina dietro e la battevano in modo tale che comparisse lo sbalzo.

La manta, nel corso dei secoli, è stata impreziosita da gioielli che sono stati donati da regine, arcivescovi e nobili ed è formata da quasi tutte le pietre preziose. L’opera è stata realizzata per essere utilizzata una volta l’anno, cioè il 3 giugno, festa della Madonna, quando sul quadro posizionato al centro della cattedrale rivestito abitualmente da una manta d’argento, per l’occasione viene messa quella d’oro. Sulla Manta però non sono posizionati tutti gioielli perché gran parte rimangono conservati. Nel Tesoro del Museo sono presenti anche croci del 1200 in argento, calici del 1300, ostensori in oro e diamanti. Ci sono anche corredi d’altare tra cui i candelieri e fiori di lame d’argento del 1600. Ed infine uno dei pezzi forti del museo sono gli ex voto, ovvero gli oggetti donati quando le persone chiedono una grazia alla Madonna o a Gesù e si privano di cose che non darebbero mai come ringraziamento, a simboleggiare che non è importante avere le cose ma stare bene con se stessi e con gli altri. I parrocchiani di un’altra diocesi di Messina nord hanno cucito tutti gli ex voto formando un mantello su cui si trovano bracciali, orecchini, orologi del 1200. La cattedrale in sè è in stile bizantino con la tipica staticità e al centro dell’abside vi è il Cristo Pantocrator, un parola greca che in italiano significa onnipotente, con ai lati figure umane come l’arcangelo Gabriele, il vescovo, la Madonna, i sovrani d’Aragona e l’arcangelo Michele. Nel duomo troviamo anche un pregevole paliotto d’altare, ovvero un decoro che arricchisce l’altare in oro e argento, mentre la navata laterale è arricchita da un quadro annerito per via della Seconda Guerra Mondiale in cui sono dipinte al centro la Madonna con il bambino con gli arcangeli Michele e Gabriele, le due sante siciliane Agata e Lucia e più piccole, tra gli arcangeli e i santi inginocchiate, troviamo le due regine Elisabetta ed Eleonora d’Aragona. Nel Duomo è anche presente un decoro policromo in tarsia marmorea, cioè una forma di arte simile al mosaico. La cattedrale, anche se più volte ricostruita, è infine molto famosa soprattutto per il suo campanile, in particolare quando suona a mezzogiorno.

Tutto inizia con il suono delle campane grazie a Dina e Clarenza, eroine dei Vespri Siciliani, poi sarà il leone simbolo della città a ruggire tre volte agitando la bandiera messinese, poi il gallo simbolo del risveglio canterà tre volte, partirà la musica sacra dell’Ave Maria e poi in un riquadro basso una colomba volerà e verrà su una chiesa lentamente, cioè il santuario della Madonna di Montalto costruito per celebrare la Madonna che ha protetto la città nella lotta dei Vespri siciliani. Successivamente si muove un gruppo di persone, ovvero la Pentecoste, e poi sotto il gallo si muove una riproduzione della leggenda della Madonna della Lettera nella quale la Madonna riceve una lettera da un angelo e la consegna agli ambasciatori messinesi che si inginocchieranno. Infine un quadro si muove ogni quarto d’ora e rappresenta ogni fase della vita con la morte, a ricordare che la morte ci può prendere in qualsiasi momento. Nel suo complesso, quindi, il Duomo di Messina e il suo campanile con l’orologio astronomico rappresentano dei monumenti meritevoli di attrarre, come infatti fanno, innumerevoli turisti ogni anno.

 

Chiara Accetta

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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