IL CYBERBULLISMO
L’11 Dicembre 2017 una rappresentanza dell’Istituto Comprensivo “L. Capuana” ha partecipato, insieme ad altre scuole, al convegno sul cyberbullismo che si è tenuto presso l’Oratorio Salesiano di Barcellona PG. A fare il punto su questa problematica sono stati: l’avv. Maria Rita Ielasi, l’avv. Graziella Fazio, la dott.ssa Roberta Genovese e la dott.ssa Simona Rosina.
Le nuove tecnologie e internet hanno aperto tante nuove possibilità per tutti noi, ma l’uso improprio di questi strumenti comporta molti rischi, tra questi, il più grave è il cyberbullismo. Questo fenomeno che può essere anche chiamato bullismo elettronico o online, indica un tipo di attacco continuo, ripetuto , offensivo e sistematico attuato mediante gli strumenti della rete e comprende tutte le forme di prepotenze fra coetanei. Un fenomeno, questo, spesso sottovalutato, che riguarda i ragazzi e si può paragonare al bullismo, ma avviene utilizzando gli strumenti della tecnologia: email, chat, telefonini, social network, blog e qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al mondo virtuale del web. Il cyberbullo invia messaggi molesti alla vittima oppure la fotografa o filma in momenti in cui non desidera essere ripresa e poi invia le immagini o video rubati ad altri con l’obiettivo di deriderla, diffamarla, minacciarla e infastidirla.
Spesso i genitori e gli insegnanti ne rimangono a lungo all’oscuro di questi episodi, proprio perché non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti e per questo è necessario molto tempo prima che un caso venga alla luce. Questo brutto fenomeno è purtroppo in crescita anche per il fatto che web e cellulari spesso consentono l’anonimato, dunque le azioni del cyberbullo, se non denunciate dalla vittima, consentono all’autore di continuare ad agire indisturbato nella sua attività di molestia continua. Altri esempi di cyberbullismo sono i pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, oppure postando in rete informazioni intime , rubando l’identità e il profilo social altrui, costruendone di falsi al fine di mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima o ancora facendo minacce fisiche o addirittura di morte attraverso un qualsiasi media. Il bullismo e il cyberbullismo hanno molte caratteristiche in comune, infatti in entrambe i casi non si tratta di episodi singoli ma di una consuetudine che mina di giorno in giorno l’autostima e la sicurezza della vittima.
La differenza è il luogo dove questi fenomeni accadono: i bulli agiscono nel mondo reale, i cyberbulli online. La vittima di bullismo, quando rientra a casa, si sente protetta, mentre invece la vittima degli attacchi in internet non si sente mai al sicuro proprio perché è sempre facilmente raggiungibile. I ragazzi vittime dei cyberbulli entrano in una fase ansioso depressiva, non vogliono andare a scuola e spesso lamentano malesseri fisici fino ad arrivare, nei casi più difficili, a gesti estremi come il suicidio. Una delle parole legate al cyberbullismo e al bullismo è l’empatia che è la capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia che di dolore, mettendosi nei panni dell’altro. Il bullo non è empatico proprio perché non si mette nei panni della vittima, invece la vittima, spesso, è empatica perché riesce a mettersi nei panni del bullo. Una vittima si può aiutare innanzitutto ascoltandola senza alcun pregiudizio e una volta compreso il problema si passa alle rassicurazioni che rinforzano la sua autostima e le fanno capire che non è sola. In seguito si interviene avvisando, in casi gravi, le forze dell’ordine, polizia o carabinieri, in casi meno gravi, oltre alle rassicurazioni, si deve coinvolgere anche la scuola che ha un ruolo fondamentale per aiutare a sconfiggere questo fenomeno.
Si può prevenire il cyberbullismo educando e sensibilizzando i figli ad un uso corretto di tutte le nuove forme di tecnologia, ma soprattutto mantenendo un buon rapporto genitori-figli. Infatti se il ragazzo capisce che con mamma e papà si può parlare perché sono interessati a lui e non solo ai suoi voti scolastici, solo allora egli parlerà dei problemi e delle difficoltà che lo affliggono. Un grande passo avanti contro questo grave fenomeno lo ha fatto, proprio quest’anno, il nostro Parlamento che ha emanato la legge n. 71 del 29- Maggio- 2017 proprio sul tema del cyberbullismo. La proposta di questa legge era nata dopo il suicidio di Carolina Picchio, la ragazza novarese morta nella notte tra il 4 e 5 Gennaio 2013 lanciandosi dalla finestra di casa, dopo essere stata bersaglio di insulti e minacce sul web da parte di alcuni coetanei. Grazie a questa legge un minore di almeno 14 anni d’ora in poi potrà chiedere, senza l’intervento di un adulto, di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti nocivi diffusi in rete. E’ molto importante parlare sempre di più di cyberbullismo per far capire, già in tenera età, che dentro il mondo virtuale di internet ci sono tante cose belle ma altrettante brutte e sbagliate. Una volta si diceva ai propri figli di non accettare caramelle dagli sconosciuti, adesso bisogna raccomandare di non parlare online con gli estranei.
Marco Olivieri, Irene Romano, Alessandro Rao della
classe 1 sez. B Scuola Media Verga di Barcellona PG.