giovedì, Novembre 21, 2024
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Donare il sangue, un dovere e un piacere.

Sono donatore da quando avevo diciannove anni.

Un giorno mio padre mi disse: “lo zio ha bisogno del nostro aiuto, sta male”. Io, che fino ad allora non avevo visto mai visto una siringa neanche da lontano, ho sentito il mondo cadermi addosso.  Non potevo rifiutare, non avevo scelta. Mi sono fatto coraggio e in fila con gli altri parenti ho fatto il mio dovere.

Forse quel giorno sono diventato un uomo!

Da quella volta, la paura primordiale si è trasformata in una ferrea volontà di donare, ogni volta che mi è stato possibile.

Sono le 8:00 quando varco l’ingresso dell’ospedale di Milazzo. E’ sabato. E’ il mio giorno libero.  Non ho fatto colazione. Pomeriggio salterà il doppio di tennis con gli amici ma ho programmato di donare il sangue da tempo e qualcosa dentro di me mi dice che non posso più rinviare.

Maria, l’infermiera del centro trasfusionale, mi saluta e mi dà il questionario da compilare. Il dottor Luigi mi fa una visita di controllo. Anna mi fa sdraiare sul lettino e non mi chiede più neanche quale braccio uso per la donazione, ormai mi conosce ed io so di essere in buone mani. La pressione è ok, 130 la massima e 70 la minima. Con delicatezza infila l’ago, prende il primo campione per una prima verifica dei valori. La sacca si riempie velocemente con il mio liquido prezioso e con un sorriso mi annuncia dopo quasi 5 minuti che è tutto finito. Nel frattempo mi ha raccontato dei sui figli e io del mio, tutti bravi ragazzi che si trovano fuori o per lavoro o studio.  Il tempo è volato mentre stringevo con la mano la palla di gomma per favorire il flusso del sangue.

Ho bevuto la bottiglietta d’acqua che mi è stata offerta e dopo 10 minuti di riposo, sono pronto per andare a fare colazione. Mi viene restituito il tesserino Avis e io lo conservo gelosamente in tasca. Ci salutiamo e ognuno di noi continua a fare quello che aveva in programma. Io vado a far colazione a casa, Maria a controllare i documenti, il dottore Luigi a fare le visite e Anna ad assistere i donatori.

Tutti ci sentiamo utili agli altri e questa è la forza che mi convincerà a ritornare da Maria, Luigi, Anna, altre e altre volte ancora.

Fortunato, Maria, Anna e Luigi sono nomi di fantasia, tutto il resto è vero!

Fortunato

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