lunedì, Dicembre 23, 2024
In Primo Piano

CHARLES-LOUIS DE SÉCONDAT, BARONE DI MONTESQUIEU: I PRINCIPI DEL LIBERALISMO ED IL VALORE RELATIVISTICO DEL PUNTO DI VISTA

Se la nostra società può ritenersi oggi libera, dinamica e con pari diritti, lo deve a personalità che, nel corso dei secoli, si sono appellate ai sistemi poco produttivi e alle ingiustizie per donare alle generazioni successive quel benessere di cui oggi disponiamo e del quale, in alcuni casi, approfittiamo. Tra queste non possiamo di certo dimenticare i grandi intellettuali del ‘700, Voltaire, Montesquieu e Rousseau ognuno dei quali si fece portavoce del proprio ideale lasciando un’impronta significativa in quell’età che oggi definiamo “Età della ragione”. Se da una parte Rousseau appare il più democratico-rivoluzionario, dall’altra Montesquieu e Voltaire si identificano come i più liberali. In particolare, il barone di Montesquieu viene considerato l’emblema della dottrina della tripartizione dei poteri, secondo la quale il potere legislativo, esecutivo e giudiziario debbono essere attribuiti a tre organi differenti evitando così che uno possa prevalere sull’altro e garantendo la libertà e la sicurezza a cui ogni cittadino ha diritto.

A tal proposito il barone in un passo dell’opera “Lo spirito delle leggi” scrive che il potere che necessariamente deve essere separato dai restanti due sia quello giudiziario dal momento che, se venisse unito al potere legislativo, saremmo in presenza di un soggetto che contemporaneamente ricopre il ruolo di legislatore e magistrato e, di conseguenza, la libertà del cittadino sarebbe arbitraria. Allo stesso tempo, se tale potere fosse legato al potere esecutivo, il giudice potrebbe sentirsi nelle condizioni di reprimere qualsiasi voce contraria ai propri princìpi. Montesquieu critica inoltre la società e le istituzioni politiche del tempo e, prendendo in considerazione l’assolutismo di Luigi XIV, compone le “Lettere Persiane”, dal quale romanzo epistolare emerge il concetto di relativismo e punto di vista. Nell’opera la società e le istituzioni sono descritte secondo moduli relativisti, adottando il punto di vista di esponenti di una cultura diversa da quella europea.

L’autore racconta la vicenda di due persiani, Usbeck e Rica, che, arrivati in Francia, vengono a contatto con una realtà totalmente differente dalla loro e si trovano quindi disorientati a tal punto da criticarne i costumi, gli stili di vita e la superficialità che caratterizza gli intellettuali con i quali si trovano a discutere ma ciò su cui fanno pesare i loro giudizi negativi in modo maggiore è l’intero sistema politico e istituzionale. Essi trovano immorali le ingiustizie che il popolo deve giornalmente subire e insensato il fanatismo che aleggia in tutto lo stato e consigliano istituzioni statali che rendano giustizia ai sudditi e possano portare ad un’uguaglianza totalitaria. L’osservazione del mondo, conosciuto attraverso il punto di vista “diverso” ed alternativo di uno straniero, permette a Montesquieu di mettere in luce come ogni nostra convinzione sia parziale e necessariamente provvisoria: ciò che ad un europeo pare naturale ed ovvio, agli occhi di Usbek appare volta per volta comico, ridicolo o incomprensibile.

Montesquieu, con una satira sferzante, traccia un quadro negativo dell’assolutismo francese, della crisi finanziaria conseguente alla politica economica attuata da Luigi XIV, della crisi dei parlamenti e della società civile nel suo complesso attraverso la voce dei protagonisti che, però, non tengono conto che nel loro paese la tirannide è ancora più rigida che in Europa dove, invece, la fioritura di nuove correnti di pensiero, ha portato a una ventata di cambiamenti. Ma se da una parte, dunque, Montesquieu sottopone a critica anche alla civiltà orientale, da cui i protagonisti del romanzo epistolare provengono, l’obiettivo critico principale rimane l’Europa, con i suoi costumi antiquati, le sue leggi che proteggono solo i potenti, le sue credenze religiose che costringono all’ignoranza. Solo l’aumento della conoscenza può migliorare, secondo il filosofo, la realtà, conoscenza che passa attraverso punti di vista differenti mediante i quali è possibile acquisire occasioni di confronto che consentono di vedere il mondo con occhi più diligenti e menti più sagge.

Eleonora Alibrando IV B BS

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.