L’iPTF14hls: la supernova che produce antimateria
È stata scoperta nel 2014, da un team di astronomi della Intermediate Palomar Transient Factory. Distante ben mezzo miliardo di anni luce da noi e localizzata nell’Orsa Maggiore, ha dimostrato proprio di “non voler morire”. È esplosa la prima volta nel 1954 eppure, a distanza di 60 anni circa, anziché trasformarsi in una stella di neuroni o in un buco nero, continua ancora brillare. È la iPTF14hls, una supernova che nel corso dei giorni ha dimostrato la sua irregolarità rispetto a tutte le altre supernove. Infatti, dovrebbe essere già morta circa una dozzina di volte. Invece è diventata improvvisamente più brillante, facendo pensare ad un’altra esplosione.
La scoperta mette in discussione tutti i modelli che riguardano le supernove. Gli scienziati dichiarano questo avvenimento come “Il più grande enigma posto davanti degli astronomi negli studi delle esplosioni stellari. Quello che abbiamo osservato mette in crisi tutto quello che pensavamo di sapere su come funzionano tali oggetti”.
È possibile? In teoria sì: gli astronomi hanno già ipotizzato l’esistenza di supernove a “instabilità di coppia”. Spiega Daniel Kasen, coautore della scoperta, «non possiamo escludere che la stella in questione fosse talmente calda e massiccia da aver creato nel suo nucleo dell’antimateria, che avrebbe reso instabile la stella provocando le ripetute esplosioni. Ma si pensava che situazioni simili si potessero verificare solo nell’Universo primordiale e che ora non esistessero più stelle con tali caratteristiche».
«Osservarne una ai nostri giorni è come incontrare un dinosauro vivo…», conclude il ricercatore. Se così fosse la storia della stella, chiamata con la sigla iPTF14hls, potrebbe non concludersi qui: esplosioni simili potrebbero ripetersi fino alla “catastrofe” finale, un’esplosione tale da trasformare ciò che resta in un buco nero.
Celi Marco, Vincenzo Russo
Classe 2D IC BASTIANO GENOVESE BARCELLONA
