domenica, Dicembre 22, 2024
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Navigare sicuri per vincere il cyberbullismo

Il bullismo è un fenomeno dilagante nelle scuole in cui troppo spesso, come dimostra la cronaca, si verificano atti di cattiveria pura. Si va dalla violenza vera e propria a soprusi di ogni genere nei confronti di chi non sa o non può difendersi. Tutto ha inizio soprattutto quando alcuni ragazzi particolarmente aggressivi, che prendono in giro e malmenano i loro coetanei più deboli, riescono a coalizzarsi facendosi forza tra loro, sentendosi orgogliosi e spavaldi, accanendosi con coloro che prendono di mira per svariati motivi, anche futili, approfittando del fatto di essere in maggioranza. La conseguenza di tutto questo è che il bullismo provoca, in chi subisce questi atti di violenza, delle ferite profondissime e laceranti, difficili da rimarginare.

Come se ciò non bastasse, la rete oggi ha complicato ulteriormente le cose consentendo la nascita del cyberbullismo, o bullismo online, fenomeno che si verifica quando l’attacco verso il coetaneo di turno non avviene di persona, ma mediante la rete e, in particolar modo, i social network. Il problema quindi si fa sempre più serio perchè subentra un altro tipo di violenza, se vogliamo ancora più meschina e riprovevole. Cosa accade nel cyberbullismo? Già la parola richiama uno degli strumenti moderni più utilizzati dai ragazzi, il computer, attraverso il quale i cyberbulletti spaventano, mortificano, mettono paura ad altri ragazzi spesso umiliandoli di fronte agli altri coetanei connessi.

E’ inoltre un fenomeno molto pericoloso perché i ragazzi possono nascondere la loro identità, il loro volto, il loro nome, dietro lo schermo di un pc, ma arrecare comunque un forte danno alle vittime. Oggi tutti gli studenti hanno un profilo Facebook o WhatsApp, ma alcuni non utilizzano in maniera sana e semplice questi strumenti che, al contrario, vengono usati per imporre il proprio io, per attirare l’attenzione, per sentirsi forti a discapito di coloro che vengono individuati come più deboli o diversi. Questo, ovviamente, non significa che i social network o le chat comuni siano strumenti condannabili, ma che è importantissimo saperli utilizzare correttamente nel rispetto del buon senso ma anche della normativa vigente, spesso ignorata da molti. Si ha inoltre l’impressione, ascoltando o leggendo fatti di cronaca nera riguardanti proprio il fenomeno del cyberbullismo, che questi ragazzi che si nascondono dietro i loro profili per far male ad altri coetanei, sono spesso i veri deboli, vittime in primis della propria ignoranza e della propria incapacità di farsi valere in un modo sano, lasciati al loro destino da famiglie assenti o poco interessate che non li educano ad un approccio a internet positivo.

Capita anche che i genitori non sappiano come i loro figli passano il tempo, cosa cercano o fanno online. Sono ragazzi che non hanno regole, che non vengono appunto controllati, che non hanno una guida e per questo, facilmente, approfittano della loro solitudine, e del loro disagio, per sfogarsi contro i più deboli. Ormai il cyberbullismo può essere paragonato ad un pugno in pieno viso ricevuto all’intervallo a scuola, perché internet, il web e i social network fanno parte della vita di ognuno di noi, soprattutto dei ragazzi, e costituiscono una sorta di mondo virtuale dove tutto è più veloce, talvolta più bello, ma anche brutale e terribile.

Oggi il fenomeno è un argomento molto dibattuto anche nelle scuole, perché i ragazzi devono imparare ad usare consapevolmente e in modo sicuro internet e i social network, sia per la loro incolumità, per non incappare nei pericoli della rete, sia per avere la consapevolezza che il web non può sostituire una bella partita di pallone o una passeggiata con le amiche ma che, in compenso, ciò che accade online è reale e un’offesa scritta può ferire quanto o anche di più di una detta a parole. Proprio perché il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è dilagante, è stata istituita anche una giornata mondiale per la sicurezza in rete e la lotta al cyberbullismo, il “Safer Internet Day”, durante la quale non solo i ragazzi vengono informati di quello che può accadere se si usa male internet, ma anche professori e genitori vengono messi al corrente della situazione e degli accorgimenti da mettere in atto per arginare la situazione.

 

Gabriele Maggio

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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