lunedì, Dicembre 23, 2024
Comprensivo Bastiano Genovese Barcellona

La meravigliosa avventura delle monete: dall’Italia preunitaria all’euro.

Nei territori che formarono nel 1861 il Regno d’Italia, circolavano quasi 300 monete metalliche diverse: baiocco, carantano, carlino, fiorino, zecchino, franceschino, francescone, marengo, onza, paolo, papetto, piastra, scudo, quattrino, soldo, tallero, doppia, ducato, svanzica, lira.

Questi sono solo alcuni dei nomi delle monete usate in Italia prima dell’unità.

C’erano 6 diversi sistemi e ben 236 monete metalliche, che divennero 282 con le monete delle province Venete e Romane. Si utilizzavano contemporaneamente monete locali e straniere, antiche e recenti, conformi più o meno al sistema legale.

La gente rifiutava le banconote visto che all’epoca molti erano analfabeti, soprattutto al meridione. Qui infatti i contadini, che erano in percentuale maggiore, volevano denaro metallico e sonante, la carta veniva considerata sudicia.

Una vasta riforma monetaria era stata fatta da Carlo Magno e da una libbra d’argento furono coniati 240 denari di ottima lega. Questa riforma prevedeva un’unica moneta legale che non aveva né multipli né sottomultipli.

Il denaro era in argento (le prime monete da una lira erano in argento 900; solo dopo il 1863 furono fatte in argento 825 ad eccezione delle monete da 5 lire o più) e nel sistema previsto dalla monetazione carolingia non esistevano altri metalli.

La monetazione carolingia stabiliva una corrispondenza monetaria ben precisa. Una libbra d’argento (434 grammi) corrispondeva a 240 denari; 12 denari equivalevano a un soldo e 20 soldi formavano una lira. La lira o libbra d’argento, tuttavia, era solo “moneta di conto” che rappresentava un’unità di peso; la moneta che circolava realmente era il denaro d’argento e ogni zecca doveva consegnare 240 denari d’argento per ogni libbra dello stesso metallo prezioso ricevuta. Questo meccanismo “valutario” durò per secoli e anche se nel corso della storia i nomi e il valore delle monete cambiarono molte volte, il gioco delle corrispondenze (240, 20, 12) in Europa rimase immutato fino all’età napoleonica.

Stati Italiani prima del 1861

 

Monete dell’Italia preunitaria

Baiocco (Regno di Napoli) = 12 denari cioè una lira;

Carantano (Regno Lombardo Veneto) = 11 denari;

Carlino (Napoli)

Fiorini in argento (Firenze) = 100 quattrini;

Zecchino (Venezia) = 10 lire;

Franceschino (Firenze) = 5 paoli;

Francescone (Granducato Toscana) = 10 paoli o 4 fiorini toscani;

Marengo (moneta d’oro fatta per celebrare la vittoria di Napoleone Bonaparte contro gli austriaci il 14 giugno 1800) = 20 franchi;

Onza (moneta siciliana) = 30 tari;

Paolo (moneta pontificia – Roma o granducato di Toscana) = 10 baiocchi;

Papetto (moneta dello Stato della Chiesa) = 2 paoli o 20 baiocchi;

Piastra (Regno delle due Sicilie) = 120 grana;

Quattrino (moneta di poco valore; piccoli denari, 3 quattrini formavano 1 soldo);

Soldo (Milano) = 12 denari;

Tallero (moneta di grande modulo);

Ducato d’argento (Puglia e Calabria);

Ducato d’oro (moneta pari al fiorino di Firenze. Il ducato d’oro di Venezia valeva 2 lire veneziane);

 

Il 24 agosto 1862 Vittorio Emanuele II (primo Re d’Italia) firmò la legge che unificava il sistema monetario e allora nacque la cara vecchia lira, che divenne la valuta italiana fino all’introduzione dell’euro, cessando definitivamente di avere corso legale il 28 febbraio 2002.

Sotto il regno di Vittorio Emanuele II, sono state emesse dieci diverse lire in quattro zecche: Firenze, Torino, Milano e Napoli con quattro diversi millesimi e con due diversi rovesci, lo stemma oppure il valore.

Le prime emissioni dalle zecche di Milano, Bologna e Venezia, si ebbero nel 1807, con monete da 40, 5 e 2 lire; l’anno successivo vennero coniate anche monete da 20 lire e da 1 lira.

Dopo la fine del Regno d’Italia nel 1814, la lira rimase presente solo nel ducato di Parma con l’introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luisa D’Asburgo – Lorena, che emise tagli delle monete a 1, 2, 5, 20 e 40 lire, e nel regno di Sardegna di Vittorio Emanuele I.

Nel 1861, con la riunificazione dell’Italia, la lira tornò ad essere la valuta italiana, e nel 1862 sostituì tutte le altre monete circolanti.

Come moneta è stato utilizzato a lungo, pur non avendo alcun valore ufficiale di conio statale, il gettone telefonico. Il valore ufficiale, che nel 1959 era di 45 lire, divenne di 50 lire negli anni 70, di 100 lire dal 1980 e, infine, di 200 lire a partire dal 1984 e fino al ritiro definitivo nel 2001.

 

Il 1° gennaio 2002, con l’entrata in circolazione delle monete e banconote in euro, si aprì una fase di doppia circolazione: le monete e le banconote in lire vennero ritirate definitivamente il 1° marzo 2002.

Il tasso di conversione è di 1.936,27 lire italiane per 1 euro.

euro

L’euro valuta ufficiale dell’Unione europea è attualmente adottata da 19 dei 28 stati membri dell’unione. I paesi dell’area euro sono: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna.

Sulla scena mondiale, l’euro rappresenta la seconda valuta per importanza internazionale dopo il dollaro americano.

Esistono due serie di banconote in euro; la prima comprende i tagli da € 5, €10, € 20, € 50, € 100, € 200 e € 500. La nuova serie chiamata “Europa” comprende i tagli da € 5, €10, € 20, e € 50, a cui nel tempo si aggiungeranno quelle da € 100 e € 200.

Nel maggio 2016, la BCE (Banca Centrale Europea), ha escluso il taglio da € 500 dalla serie “Europa”, tuttavia i biglietti di questo taglio della prima serie, ancora circolanti, continuano ad avere corso legale e potranno essere cambiati a tempo indeterminato presso le banche centrali nazionali dell’eurosistema.

In tutte le banconote in euro sono stati incorporati vari elementi di sicurezza per proteggerle dalla falsificazione, con il metodo toccare, guardare, muovere.

La serie delle monete in euro comprende otto valori unitari: 1, 2, 5, 10 e 50 centesimi, € 1 e € 2.

Le monete in euro presentano una faccia comune europea e una faccia nazionale specifica del Paese di emissione. Le monete da € 1 e € 2, sono fabbricate con procedimenti sofisticati, ad esempio la composizione a strati e la tecnica bimetallica. Quelle da 10, 20 e 50 centesimi sono prodotte con una lega speciale (Nordic Gold), difficile da fondere e utilizzata esclusivamente per il conio.

Ciascuno dei paesi dell’area dell’euro può emettere ogni anno una moneta celebrativa o commemorativa da € 2 che abbia le stesse caratteristiche di quelle normali e lo stesso disegno sulla faccia comune europea.

La prima è stata emessa nel 2004 dalla Grecia in occasione delle Olimpiadi di Atene.

Realizzato da:

Alessia Torre III B

Scuola Media “ B. Genovese”

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