IL LAGO DEI CIGNI
La nuova stagione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina si è aperta a metà novembre con il balletto “Il lago dei Cigni” di Piotr Ilic Tchaikovsky portato in scena del Balletto di Milano con coreografie di Teet Kask e scenografie di Marco Pesta.
Il balletto è tratto da una favola tedesca e racconta la storia del principe Siegfried che, nel giorno del suo compleanno, riceve in dono dalla madre una balestra e, insieme, l’invito a scegliere finalmente una moglie tra le fanciulle presenti alla festa organizzata in suo onore l’indomani a palazzo. Il giovane principe decide di provare subito la nuova balestra e, insieme agli amici, appassionati anch’essi di caccia, si reca al lago dove, sotto la luce della luna, nuotano dei bellissimi cigni bianchi. Ma mentre i giovani stanno per scoccare le loro frecce, assistono ad un prodigio: i cigni si trasformano in altrettante ragazze. Il cigno più bello diventa la fanciulla più bella, Odette, che racconta a Siegfried di essere vittima di un sortilegio del mago Rothbart che la costringe in sembianze di cigno durante il giorno, mentre solo la notte può tornare umana. Da questa maledizione può liberarla solo una promessa d’amore vero per cui Siegfried, innamoratosi di Odette, la prega di partecipare al ballo in modo che lui possa sceglierla come sposa e liberarla dal maleficio. La sera successiva a palazzo si presenta il mago Rothbart con la figlia Odile, trasformata in Odette, per cui Siegfried, appena la vede, le giura amore eterno. Immediatamente Rothbart svela il suo inganno e Odile riprende il suo aspetto reale, mentre Odette, giunta in quel momento e scoperto il suo destino, fugge verso il lago ormai morente. Siegfried, disperato, la rincorre nel tentativo di salvarla ma sul lago si abbatte una tempesta che inghiotte per sempre i due innamorati.
Il coreografo estone Teet Kask ha attualizzato la trama del celebre balletto ambientandola in una famiglia alto-borghese in cui il padre/Rothbart vorrebbe il figlio/Siegfried sposato con una fanciulla di sua scelta e destinato a guidare gli affari di famiglia. A questo destino imposto Siegfried si ribella, rivendicando la sua libertà di scelta della donna da amare e della sua vita futura.
Sullo sfondo dei palazzi borghesi italiani del XVIII e XIX secolo, sapientemente stilizzati dallo scenografo Marco Pesta, risaltano il virtuosismo e la bravura dei protagonisti Alessia Campidori, nei panni del Cigno, Federico Mella in quelli del Figlio/Siegfried e Alessandro Orlando in quelli del Padre/Rothbart le cui movenze fluide sono ulteriormente sottolineate dai preziosi costumi sartoriali dai colori pastello realizzati da Akos Barat.
L’innovativa produzione del Balletto di Milano ha incantato il numeroso ed esigente pubblico del Vittorio Emanuele e fa ben sperare per il prosieguo della stagione del teatro peloritano che, grazie alle scelte coraggiose ed oculate dei due direttori artistici, Matteo Pappalardo (sezione musica) e Simona Celi (sezione prosa), propone un cartellone molto interessante che sembra aver riconquistato la fiducia degli appassionati messinesi.
Maria Daniela Trifirò
[aesop_gallery id=”6701″ revealfx=”off” overlay_revealfx=”off”]