E vissero felici e contenti…
E vissero felici e contenti…il finale più bello di qualunque storia. Che significa felici e contenti? Vivere come Cenerentola dopo il matrimonio col principe azzurro, con indosso le lucenti scarpine di cristallo o come Pretty Woman dopo avere fatto innamorare di sé il moderno, bellissimo principe in doppio petto grigio con in mano un mazzolino di fiori.
La storia vera inizia dopo la dichiarazione d’amore o il matrimonio o la convivenza che dir si voglia.
Le fanciulle si tolgono le scarpette e indossano le pantofole o le scarpe di pelle. I principi con qualsiasi vestito non dispensano più baci o fiori in ogni occasione. Comincia la vita vera.
Il principe, senza il trono, viene assorbito dalla vita lavorativa, lo reclamano l’ufficio e il capufficio, gli amici per le cene di lavoro e di svago. È chiaro che lo svago gli tocca dopo tanta fatica. A casa i bambini vogliono la mamma, si sa, che, se fortunata, lavora fuori anche lei altrimenti si frustra a lavare, stirare, cucinare, l’angelo del focolare.
Cenerentola non lascia il suo sogno, però, è felice se riesce a cullarlo il più a lungo possibile.
Talvolta il risveglio può essere molto brusco con uno schiaffo oggi e un insulto domani o peggio o magari solo con l’indifferenza. Certo non sempre è così anche se l’entusiasmo si smorza. Qualcosa oggi è cambiato: se i sogni delle quindicenni sono sempre gli stessi nelle generazioni che si susseguono, a vent’ anni la consapevolezza di sé è maturata così come l’approccio con l’altro sesso, molti ragazzi non si atteggiano più a capifamiglia, non mostrano più la mentalità stantia dei padri o dei nonni. I media ci offrono, con l’informazione, spunti di riflessione.
Superate le asperità di pensiero del femminismo anni ’70 del secolo scorso, la coppia molto spesso riflette e all’interno i ruoli si dividono in modo più equilibrato ed equo. Le madri dei maschi condannano la pigrizia dei figli. Ricordano i tempi passati e la rabbia provata per i lavori di casa solo a loro affidati. I soldi, però, affascinano; i principi antichi e moderni sono ricchi ma se un principe non si trova? Solo l’amore? È poco. Che fare? Si aspetta, passano gli anni. Il vestito di tulle si ripone nell’armadio. Un ragazzo normale, almeno bello e con un lavoro, certo precario, in fondo, va bene lo stesso. L’amore le donne lo coltivano nel cuore, in due è bello condividere la vita. All’inizio, del resto, durante l’innamoramento tutti gli uomini sembrano principi o così ci si illude.
Ma…nei sogni di notte o a occhi aperti dall’anta dell’armadio rispunta un angolo si seta azzurra. Che sarà mai? Ah! sì: un brandello di mantello, quella parte che le donne porteranno sempre nel cuore per conservare le illusioni della fanciullezza e rimanere per sempre un po’ ragazze mai troppo stanche, come recita una famosa canzone, per “dire ancora un altro sì”.
Maria Chillè