Negli scritti secoli di storia
La letteratura italiana è depositaria dei valori ideali che, di secolo in secolo, vengono rinnovati e accresciuti. L’itinerario culturale e poetico dei nostri scrittori è ricostruibile attraverso la notevole e chiara duplice propensione: da un lato la realtà, la situazione sociale e storica dell’uomo, dall’altro, di tradurre in favola quella realtà vissuta e tormentata. Nelle opere le situazioni, le persone, i luoghi vengono combinati magistralmente al lessico, alle analogie, alle frasi. Trapassare la realtà era ricerca di verità poetiche, di valori permanenti, di ricordi mitizzati della memoria. La letteratura è lo strumento per capire la vita, analizzarla e interpretarla, e comunicarla non dovrà essere un puro esercizio verbale. Cogliere la costante che si muove nella letteratura italiana, quella cioè tra l’uomo e la società nelle sue diverse articolazioni, spinge il lettore all’analisi del pensiero che corre lungo le coscienze e la sensibilità ed assume valore di continuo e perenne essere ieri nell’oggi e nel domani.
Entrare nella vita dei “grandi” per carpirne segreti, sentimenti, passioni, tristezze, delusioni diventa un momento di unione tra noi che siamo e noi che eravamo in un fluire di pensieri che ci spingono e ci portano in mondi che non sono affatto lontani e sconosciuti. La mano antropica dell’uomo si è mossa velocemente piegando e facendosi piegare dalla natura, ma lo spirito e l’animo sembra abbiano fatto poco cammino restando intrappolati nei giochi impertinenti del cuore e nella fredda e calcolatrice mente. Tutto ritorna in un caleidoscopio di colori e di avvenimenti e l’uomo guarda il ciclico venire dei pensieri. La donna-angelo di Dante si vede spezzare le ali e cadere nel tormento; la sigaretta, amica/nemica di Svevo, diventa simbolo di grandezza per giovanissimi; il desiderio di mangiare il gelato che tanto faceva male a Leopardi si vede negli occhi dell’obeso; la voglia di mettersi in mostra di D’Annunzio è il “lavoro” dei fashion blogger; la Sicilia con il suo profumo di limoni tanto amata da Pirandello rivive nel ragazzo che lascia l’isola per inseguire il sogno; il consiglio di Marinetti a non mangiare la pasta rimbomba nei suggerimenti di medici e nutrizionisti… questo, e altro ancora, riecheggia nelle pagine di quel mondo mai finito creando un filo conduttore con l’uomo di oggi, vittima consapevole di un tempo senza anima. Se solo ci fermassimo ad ascoltare i battiti del cuore di coloro che hanno parlato per noi, lottato per noi, costruito per noi, potremmo diventare gli attori senza maschera del teatro moderno.
Marina Piperissa