ERA UNA NOIOSA SERA …
Era una noiosa sera d’ottobre, i lampioni per strada proiettavano mille fasci luminosi che saettavano in ogni direzione. Uno stormo di rondini, timide virgole fluttuanti, volavano vicino l’orizzonte, rimpicciolendosi man mano fino a scomparire dalla nostra vista. Il fresco venticello gradevole accarezzava le verdi foglie degli alberi. Grazie al lieve miglioramento delle condizioni metereologi che, i miei amici ed io decidemmo di fare un’escursione in campagna benché fosse tardi. Che bello passeggiare tra i verdi prati nelle prime ore della sera, gli alberi erano palesemente umidi e l’odore di terra bagnata era gradevole. Mentre passeggiavamo notammo una casa fatiscente, il proprietario di quella grande cascina era benestante, noto per essere molto avaro ed era morto in quella casa in solitudine. Allora, d’istinto, sotto la spinta di una crescente emozione, facendo diventare coraggiosi come leoni persino i più pavidi, incuriositi ci addentrammo, ma il buio pesto ci scoraggiò. Luca dallo sguardo luminoso dalla sete d’avventura decise di equipaggiarci con funi e torce in nostro possesso e iniziammo la grande avventura. Ci addentrammo con la fortuna di trovare un tesoro e diventare ricchi come nababbi. Tommasone, il più robusto del gruppo, era il capofila seguito da mio fratello, Luca, Sara ed io disposti rigorosamente in fila indiana con una corda legata alla vita. Ci inoltrammo con le nostre torce osservando le pareti della cascina che modellate dal tempo assumeva un aspetto lugubre, da far drizzare i capelli. Man mano l’oscurità assoluta, padrona e signora ci accolse sempre più. Nessuno di noi parlava, io masticavo nervosamente una chewingum. Pure i miei amici si persero di baldanza, udimmo dei gemiti, un’ombra misteriosa aleggiò sopra di noi. Un rombo assordante ci fece sussultare e tornammo precipitosamente sui nostri passi. Un brivido gelido percorse la mia schiena, la fronte era imperlata di sudore. Ci accorgemmo che la casa davanti a noi implodeva in quattro direzioni, aprendo così quattro varchi, dandoci la possibilità di sceglierne una, ci guardammo inebetiti. Per colpa di Luca eravamo finiti dentro questo pandemonio. Dopo un’animata discussione decidemmo di fare scegliere al fato facendo la conta. Toccò proprio a me! Avevo l’ansia fino alle stelle, chiusi gli occhi e scelsi la seconda diramazione, avevo le gambe molli e tremolanti. Camminando intravedemmo una luce fioca: la salvezza. Corremmo all’impazzata fino ad arrivare alla sospirata uscita. Non ci sembrava vero, il cielo cominciava a schiarirsi stava albeggiando! Eravamo rimasti lì dentro tutta la notte? Ne discutemmo a lungo senza mai una risposta.
FOTI AURORA 2 A
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO” E. FERMI” SAN FILIPPO DEL MELA