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Ultimo canta i nostri “SOGNI APPESI”

Sogni appesi, questo il titolo della canzone con cui trascorro le mie intere giornate e, forse, quella più bella e con le parole che riescono a toccare il mio io più profondo, parlando di quello in cui credo di più: i sogni. Attraverso le parole di questo brano musicale riesco a dare concretezza alla mia idea sui sogni, lo stipite del mondo.

Ultimo, nome d’arte di Niccolò Moriconi, è il cantautore che ha scritto e musicato Sogni appesi dandomi conferma di come la canzone sia una forma d’espressione fra le più complete perché unisce musica e parole in modo sublime.

Il giovane cantautore, classe 1996, è nato e cresciuto nella capitale e studia musica da quando aveva 8 anni. Il suo stile, un misto tra il genere cantautoriale ed hip hop, ha saputo toccare le corde del pubblico più giovane e non solo. Il singolo “Un uomo migliore” può vantare infatti una collaborazione prestigiosa, quella del celebre attore Giancarlo Giannini, che presta per la prima volta la sua voce ad una canzone pop.

Non meno apprezzata dal pubblico la performance in “Sogni appesi”, un melodioso rap accompagnato dal pianoforte in pieno stile da Ultimo. In un’intervista l’artista spiega in parole semplici cosa significhi la sua canzone: “la canzone si riferisce a tutti quei momenti che ognuno di noi ha vissuto almeno una volta nella vita. I sogni appesi sono sogni che al momento non sono concreti e rimangono sospesi tra quello che sei ora e quello che vorresti essere. Ti ritrovi a dover fare i conti con la realtà e devi avere il coraggio di rincontrare te stesso fino al giorno in cui dovrai far pace con tutti quei “demoni”, sorridere e avere la forza di ricominciare.”

I miei pensieri hanno trovato voce attraverso le riflessioni di Ultimo già dal primo ascolto del brano ed in particolare una strofa mi ha colpito maggiormente: “Da quando ero bambino, solo un obiettivo. Dalla parte degli ultimi per sentirmi primo”. Si potrebbe pensare superficialmente che Niccolò in questo modo stia sottovalutando gli ultimi, i poveri, quelli che non ce la fanno a compiere semplici azioni quotidiane magari per colpa di handicap o di fragilità emotive e che, stando accanto a loro, si senta primo, privilegiato per quello che ha come soldi, fama, potere etc. Ma in realtà con questa strofa vuole consolare chi si sente ultimo, invitandolo a non sentirsi più solo e abbandonato. Siamo tutti esseri umani, tutti con gli stessi pregi e difetti, le cose in più sono solo da contorno ad uno splendido piatto.

Come in una poesia, in un equilibrio delicato di musica e parole, Sogni appesi parla di sconfitte e di fallimenti ed allo stesso tempo lascia uno sbocco di speranza. Ognuno di noi si è ritrovato o si ritroverà nella vita a dover fare i conti con la realtà, con il coraggio di rincontrare se stesso, sorridendo e avendo la forza di ricominciare. 

 

Jody Bertino IICBS

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