venerdì, Novembre 22, 2024
Cultura

Incontriamo MARIA ANDALORO : IDEATRICE DI POSTO OCCUPATO.

La violenza sulle donne è ormai una piaga sociale che si manifesta oltre il limite dell’emergenza. Quotidianamente assistiamo a vicende tristissime che sfociano in situazioni drammatiche. Psicologi, criminologi, psicoterapeuti e specialisti del settore studiano il fenomeno in costante aumento e cercano, con l’aiuto delle istituzioni, di trovare una risposta al problema.

Per cercare di focalizzare l’attenzione sul fenomeno nel 2013 da Rometta è partita una campagna virale e  gratuita dal nome POSTO OCCUPATO .

Praticamente consiste nel lasciare in ogni luogo pubblico, un posto simbolicamente occupato da colei che è stata vittime di violenze e non ha potuto sedersi.

La locandina si scarica gratutitamente dal sito www.postoccupato.org ed è disponibile in più lingue

Chiaramente la finalità è quella di tenere alta l’attenzione e impedire che il problema si sottovaluti, che non rimanga ovattato solo all’interno delle mura delle case e nei contesti dove le vittime o i sopravvissuti di quelle mamme, figlie, sorelle, amiche, vicine di casa lo vivono quotidianamente.

L’estrema semplicità della sua realizzazione, occupare simbolicamente un posto con un cartello che illustra il logo del progetto ha avuto velocemente un riscontro sorprendente in ambito nazionale.
Quel posto “vuoto”, a simboleggiare chi avrebbe potuto occuparlo e non può più, ha colpito emotivamente singoli e istituzioni che da subito hanno aderito in gran numero.
Le adesioni estemporanee in caso di eventi, mostre o concerti sono continue; le istituzioni che deliberano di dedicare in modo permanente uno o più posti sono in continuo aumento.
E “quel” posto, sarà riservato per sempre da chi avrebbe voluto, potuto e dovuto essere li.
Inoltre quel posto è un segno, un monito silenzioso, voce per chi non ha più voce, che suggerisce di NON sottovalutare MAI i sintomi della violenza perché è quello il rischio che si corre
Assenza presenza, una memoria tangibile.
In questi anni la campagna ha organizzato diverse iniziative, coinvolta in numerose attività e ottenuto diversi riconoscimenti.
Fra le tante:
– La mostra “Violate” composta da 10 tavole donate a Lelio Bonaccorso che hanno girato e girano l’Italia, dal comune di Torino passando per Paestum, Milano, Trento, Catania, Palermo per raccontare alcune modalità di come può essere esercitata violenza sulle donne.
– L’università di Messina ha editato un libro che contiene un capitolo sulla campagna
“Violenza di genere politica e istituzioni” voluto fortemente dalla insostituibile ed indimenticabile amica professoressa Antonella Cocchiara paladina dei diritti delle donne.
– “Franca e le altre” un giro in camper di 14 giorni con la scrittrice Serena Maiorana attraversando tutta la Sicilia visitando 9 scuole, una per provincia.
Per far conoscere ai giovani studenti la storia positiva di Franca Viola e la enorme inadeguatezza nel rintracciare l’incapacità di riconoscere la violenza ai giorni nostri, attraverso l’interazione continua con loro.
– #ungiornoinpiu, il 29 febbraio un giorno in più in quanto bisestile dedicato a tutte le tematiche legate alla violenza (mobbing, aggressioni sui luoghi di lavoro, minori non accompagnati, tratta, manipolazione psicologica, femminicidio, ecc.)
– #undisegnocontroildisegno un appello agli artisti contro la volontà di depenalizzare in Turchia la violenza sessuale sui minori

In Senato, dallo scorso 14 febbraio, c’è un posto occupato in modo permanente nella sala Nassirya. L’ideatrice di questa iniziativa si chiama Maria Andaloro e gentilmente si sottopone alle nostre domande:

-COME E’NATA L’IDEA GENIALE DI POSTO OCCUPATO?

Posto Occupato nasce nel 2013 a giugno.

Nei primi sei mesi le vittime in Italia erano già un centinaio. E ad ogni notizia di un nuovo femminicidio si faceva la conta, come un rosario di morte. Ero afflitta, e poi vedevo che i media dopo aver parlato di questo fenomeno passavano tranquillamente ad altro: politica, sport e via.

Mentre la necessità è quella di soffermarsi e approfondire, conoscere e riconoscere la violenza e comprendere il fenomeno. Altrimenti si rischia di sbagliare e essere superficiali.

In caso di abusi, violenze o di episodi di femminicidio oltre alla vittima le onde del “danno” sociale si propagano e ne risente tutta la società. Ci vogliono delle modalità di sostegno a chi resta. Se si passa oltre e non si affronta la questione il rischio è provocare malessere, disinteresse o paura, lasciando queste persone da sole con il proprio dramma.

-OLTRE IL GRANDE SUCCESSO AVETE RISCONTRATO QUALCHE    EPISODIO DI OSTILITA’ NEI CONFRONTI DEL PROGETTO?

Il successo inaspettato sin dai primi mesi ha reso la campagna incisiva ed efficace.

Ostilità no. Qualche critica è arrivata ma ostilità no, almeno non direttamente, le critiche per interposta persona non mi sono mai interessate. Sono sempre stata disponibile al confronto.

-QUALI SONO STATE LE ZONE DI ITALIA CHE HANNO AVUTO MAGGIORE SENSIBILITA’ VERSO L’INIZIATIVA?

Sicuramente il nord.

-QUANTI SUGGERIMENTI AVETE AVUTO DAL 2013 AD ORA?

Suggerimenti data la semplicità della campagna pochi. È talmente elementare il senso che credo che aggiungere sarebbe inutile.

Su altre iniziative si è lavorato con altri soggetti. Ma posto occupato è quello e quello resta. Un modo di comunicare una assenza, attraverso la presenza di quella memoria “tangibile”.

Per non dimenticare chi avrebbe dovuto continuare a vivere e per sensibilizzare tutti, nessuno escluso, che se non si ha la capacità di intercettare i sintomi della violenza di cui quella fisica è solo il penultimo stadio si rischia che una donna. figlia, madre, sorella, amica, collega, vicina di casa venga cancellata dalla violenza.

-QUALI SONO STATI GLI APPREZZAMENTI CHE LA HANNO GRATIFICATA MAGGIORMENTE DURANTE IL CORSO DELLA CAMPAGNA?

Tutti i riconoscimenti hanno avuto il loro valore. Dai numerosi service, come il Soroptimist che assieme a Vittoria Doretti, alla quale si deve il “codice rosa” negli ospedali passando per quello di Amnesty International fino alla giornata al Senato.

– CHE COSA SI AUGURA PER IL FUTURO DI POSTO OCCUPATO E QUALI SARANNO LE PROSSIME INIZIATIVE?

L’auspicio è che in famiglia e nelle scuole si insegni e si educhi al rispetto. “Franca e le altre” l’iniziativa dello scorso anno nelle scuole siciliane ha confermato la necessità dei giovani di essere ascoltati su certe tematiche che in qualche modo avvertono quando non direttamente coinvolti.

La statistica ci dice che una donna su tre è vittima di violnza ed è solo il dato emerso, quindi la preoccupazione è che non si sia attrezzati culturalmente per affrontare eventuali episodi. Abbiamo somministrato dei questionari anonimi

La maggior parte dei ragazzi e dei prof non conosceva il 1522 . Per non parlare della Convenzione di Istanbul…

Tutti però erano a conoscenza di fenomeni più o meno gravi di violenza di genere. Stiamo  lavorando ad un nuovo progetto, avrà sempre a che fare con la sensibilizzazione e l’educazione antiviolenza.

L’obiettivo è insegnare alle persone quali sono i loro diritti e dar loro i mezzi per comprendere di stare subendo abusi. Lo abbiamo già fatto con il progetto “Violate”, una mostra che gira l’Italia, soprattutto nelle scuole e che è stato particolarmente efficace per via del linguaggio usato. Lelio Bonaccorso, ha regalato a posto occupato 10 tavole: e così si riescono a far comprendere ai ragazzi argomenti impegnativi, con la forza del disegno. Ha illustrato, ad esempio, cos’è la violenza assistita, che in molti non conoscono.

Mi auguro quindi che con una adeguata educazione, formazione ed educazione non ci sia in futuro più necessità di campagne come posto occupato.
LA REDAZIONE

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