“Veloci si nasce”
L’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana”, solida certezza tra le agenzie educative del territorio, ha nel tempo dimostrato anche la sua capacità di forgiare atleti di successo a livello nazionale e internazionale.
Il merito va attribuito senz’altro a spazi e strutture sportive di tutto rispetto all’interno dell’Istituto scolastico, ma anche a docenti attenti a scoprire nei propri studenti, la “stoffa” del campione.
È stato così per Nicholas Artuso, oggi campione nazionale di velocità nei 60 nei 100 metri e studente dell’“Ettore Majorana”. Campione per caso Nicholas: le sue doti di velocista hanno lasciato letteralmente stupefatti i docenti che monitoravano la selezione scolastica a cui lo studente aveva partecipato.
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Come si può spiegare un talento innato di questo livello? << Veloci si nasce>> afferma il professore Mauro Cavallaro, docente di Scienze Motorie del tecnologico mamertino e atleta famoso con il soprannome di “Canguro dell’Etna” per le sue performance nel salto in lungo e triplo: un’affermazione, la sua, che ci incuriosisce particolarmente e ci spinge a volerne sapere di più. Ecco di seguito un’intervista realizzata al professore Cavallaro in merito alla questione.
Che cosa si intende con l’affermazione “veloci si nasce”?
Purtroppo o per fortuna madre natura ci dona doti innate, tramandate dal DNA dei genitori. Tra queste sicuramente la velocità. Infatti, mentre le altre qualità se allenate posso essere migliorate tantissimo, si dice che la velocità è migliorabile soltanto nelle percentuali del 30 o 40. (%)
In che modo il corpo umano può dirsi predisposto alla velocità?
La corsa veloce è il frutto del compromesso tra ampiezza del movimento e la frequenza del movimento stesso. Mentre si può lavorare per il miglioramento dell’ampiezza, per quanto riguarda la frequenza possiamo dire che, essendo dipendente dalla conduzione ad altissime velocità degli stimoli che partono dal sistema nervoso centrale, è poco allenabile in quanto prerogativa innata. Inoltre la qualità e la quantità delle fibre bianche in dotazione agli individui (le fibre di velocità) concorrono alla buona riuscita in questo tipo di attività (e non solo).
In che modo o con quali specifici accorgimenti nell’allenamento si può potenziare questa dote innata?
È chiaro che con l’allenamento possiamo agire molto sulla giusta ampiezza del movimento con un aumento delle capacità di forza e sia con il perfezionamento della giusta tecnica di corsa: ciò al fine di utilizzare al meglio la spinta degli arti inferiori (soprattutto i piedi) e raggiungere un alto grado di decontrazione. Pertanto l’allenamento sarà indirizzato al miglioramento della corsa rapida e della corsa ampia e al miglioramento delle capacità di forza e di forza esplosiva elastica.
Di quali strutture sportive dovrebbe disporre il territorio per far sì che altri talenti nascosti che non hanno avuto la fortuna di essere scoperti dai docenti del Majorana, non vengano sprecati?
In generale non occorrono grandi strutture per evidenziare le doti di velocità nei nostri ragazzi basterebbero dei test sulla velocità effettuati su distanze brevi e l’occhio attento di un insegnante o di un allenatore. Addirittura anche da seduti, con dei test sulla punteggiatura o sul movimento rapido dei piedi si potrebbe evidenziare la predisposizione alla velocità focalizzando la capacità di conduzione nervosa (ad esempio dal numero di punti realizzati sul foglio in un determinato frazione di tempo).
Quindi anche in una scuola con piccoli spazi si potrebbero scoprire talenti predisposti alla velocità, che troppo spesso restano nascosti, irrimediabilmente sprecati e consegnati all’anonimato.
La redazione