martedì, Novembre 5, 2024
Parliamo con...

FEDERICO MAIO, DAL MAJORANA ALLA REGIA

Personaggio eccentrico, versatile, geniale e volitivo. Questi gli aggettivi per identificare un regista emergente che attraverso il suo instancabile lavoro si sta affermando nel panorama nazionale del cinema e della produzione .

Ex allievo dell’ITT Majorana dove ha frequentato la specializzazione di ELETTROTECNICA ed AUTOMAZIONE  coltivava, già in ambiente scolastico, i suoi sogni nel mondo dell’arte.

Con molto spirito di sacrificio, ha studiato e si è formato in un settore dove è difficile raggiungere facilmente gli obiettivi ma con grande forza è riuscito a trovare uno spazio importante.

Per la redazione del L’Ettore ha rilasciato una intervista che con molto piacere pubblichiamo

  • Da ex allievo del Majorana quanto è stato importante aver scelto il corso di studi nel settore di elettrotecnica e automazione per la tua carriera?

Ho vissuto male il periodo scolastico, sicuramente per colpa mia. Spesso mi rimproveravo di aver sbagliato indirizzo e che fossi più portato per studi di ambito artistico. Ho continuato a frequentare l’ITT per paura di cambiare e di prendere la via che più mi piaceva. Nonostante il mio disagio in realtà stavo vivendo qualcosa di significativo che avrei capito solamente dopo.
Ho trascorso il triennio a desiderare di cambiare ma in realtà avevo imboccato la strada giusta. Purtroppo da ragazzini si pensa di commettere degli errori , crescendo si impara  e io ho capito di aver effettuato una scelta opportuna. Ho capito che frequentare il Majorana era proprio quello che mi serviva. Mi ha dato la determinazione necessaria per raggiungere i miei obiettivi, mi ha indirettamente insegnato a non fermarmi davanti a niente ed a valutare prima di scegliere . Inoltre,  come ho detto prima, questo l’ho capito solo dopo. La preparazione e lo sforzo per andare avanti che dovevo sviluppare al Majorana per “guadagnare il sapere “non lo avrei trovato facilmente in altre scuole. Soprattutto dopo l’arrivo del preside Vadalà. Li la cultura te la devi sudare e per forza di cose , anche da alunno svogliato, dovevo studiare per andare avanti. Non mi andava per niente l’idea di essere bocciato. Quindi mi sono armato di pazienza e ho combattuto per conquistare la mia parte e ci sono riuscito. Ho imparato moltissimo, ho gettato le basi per gli studi che adesso mi appassionano. Il Majorana mi ha fatto acquisire  una cultura che altrimenti non avrei avuto, mi ha formato il carattere e forgiato lo spirito. Mi ha insegnato a pensare. E l’ho capito solo dopo aver aperto il mio studio. Probabilmente non avrei concluso nulla cambiando scuola. Sarei corso dietro alle ragazzine come facevano tutti.

  • Quali sono i tuoi ricordi della scuola di via Tre Monti?

I miei ricordi sono legati forse più alla scuola ed ai professori. La mia classe era formata da ragazzi  forse troppo diversi da me e spesso mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Di  molti professori ho bellissimi ricordi, di loro mi piaceva l’amore che avevano nell’insegnarci gli argomenti, si capiva che amavano la loro materia. All’ITT i docenti insegnano con molta passione e trasmettono agli alunni l’amore che hanno per il loro lavoro. Ho imparato da loro e li ho presi come esempio per molte cose. Alcuni pensano che insegnare  sia solo scrivere alla lavagna simboli e farli ricordare a memoria. I veri insegnanti  entrano nei simboli, li smontano e li fanno diventare situazioni reali. Comunque i miei ricordi rievocano più i momenti che gli eventi. Sono legati forse più ai sensi che al vissuto. L’odore di terra bagnata, il vocione del preside, la curiosità che trasmetteva un professore quando dissertava su un argomento e tutti lo  ascoltavano. La confusione della mia classe. La banda della scuola (per quel poco che  ho potuto suonare), il primo incontro con la visualizzazione del futuro durante le ore di educazione fisica. Il Prof ci ha insegnava a visualizzare nella nostra mente ciò che volevamo essere e già li immaginavo tutto questo. Ricordo i panini e la coca cola, il biliardino, le mie settimane sospeso in vice presidenza. Ricordo che spesso, camminando nei corridoi o entrando a scuola ,sentivo un forte senso di pace nell’aria e dentro di me. Ricordo la passione di tutti e l’amore verso il proprio mestiere. E potrei continuare ancora. La sensazione migliore è che i ricordi non sono finiti, ogni anno, grazie al mio lavoro collaboro con il Majorana e quindi quella porta che volevo chiudere per sempre da ragazzino è rimasta aperta e continuo a mettere roba in quella stanza. Continuo a costruire ricordi, dove adesso non sono più ragazzino, ma uomo.

  • Come è iniziata la tua carriera dopo aver conseguito il diploma?

Come dicevo ero determinato a diventare regista. Ho elaborato  videoclip musicali e da una web series comica che all’epoca ebbe un discreto successo, ho aperto un piccolo locale , poi un altro a Gualtieri . Li si sono incrementate le collaborazioni ed ho iniziato a diventare sempre più preparato nel mio mestiere. Dopo ho aperto uno studio a casa mia ed ho iniziato ad affermarmi e a creare il mio stile. Dopo qualche anno ho ripreso in mano le chiavi dello studio di Gualtieri , l’ho ristrutturato ed opero li da più di un anno. Dentro di me covava sempre  l’idea di realizzare i film, essere indipendente. Volevo produzioni totalmente mie senza influenze e contaminazioni. Avevo imparato a mie spese in questi anni che lavorare per gli altri spesso è degradante e frustrante. Nonostante avessi conquistato tante vette e iniziato a collaborare con moltissime etichette discografiche sapevo che non era quella la mia strada. Ho mollato tutto, ho smesso di accettare compromessi e mi sono messo a lavoro per costruire la mia casa di produzione. Ho messo insieme un team di ragazzi e gli ho trasmesso la mia passione, in poco tempo  avevamo già realizzato una web series di 5 puntate, poi proiettata anche al cinema come unico medio-metraggio, un programma televisivo musicale di 15 puntate. Poi finalmente è arrivato  il mio primo film: “MALAMURI.” Non è stato affatto facile arrivare a questo punto ed ho lavorato molto  anche dentro di me. Non potevo pretendere di fare il regista e di assumere atteggiamenti da  ragazzino arrogante. Ho dovuto distruggere tutti i muri costruiti dalle convinzioni altrui e creare i miei spazi, i miei pensieri, ho dovuto  studiare da solo argomenti nuovi e trovare nuove passioni. L’universo, lo spirito, il nostro pianeta, l’economia, le lingue. Si è risvegliata la voglia di sapere, perché ho capito che si va avanti grazie al proprio valore e non grazie all’apparenza. La scelta di diventare regista, comunque, è data dal fatto che coltivo troppe passioni . Il Cinema mi permette di esprimerle  .

  • Quali sono stati i riconoscimenti piu’ importanti che hai ricevuto?

Per il mio mestiere ancora ben poco. Più che altro la soddisfazione di vedere l’entusiasmo nelle persone uscire dal cinema dopo aver visto il mio film. Vedere gente piangere e ridere per le scene che ho scritto è forse il premio migliore perché mi conferma di aver fatto un buon lavoro.

  • Gli alunni del Majorana , durante il corso dell’anno scolastico, hanno avuto il piacere di assistere alla proiezione del tuo ultimo film. Qual e’ stata la tua sensazione nel condividere il tuo successo con loro?

Come ho detto prima è proprio questo il bello, sentire le reazioni. Vederli attenti e  seguire la storia, ridere, emozionarsi è quello che mi è piaciuto di più. Anche perché io mi nascondo durante le proiezioni e guardo/ascolto il pubblico. Riuscire a catturare l’attenzione di più di mille ragazzi non è affatto facile, se è accaduto vuol dire che ho lavorato bene. Li ringrazio  per avermi donato un’ora e mezza del loro tempo.

  • Quali saranno i tuoi prossimi progetti?

Fare i film! Ho imparato e adesso voglio farli. La mia massima aspirazione è  sviluppare la cultura cinematografica in Sicilia e dare la possibilità ai ragazzi come me di scegliere la strada giusta nella propria terra e non essere costretti a partire.

  • Che cosa vorresti realizzare e con quali collaborazioni?

Penso di avere già tutti i progetti in cantiere, molti sono in fase embrionale  ma ho le idee ben chiare . Mi servono appunto le persone giuste accanto e che le istituzioni  si sveglino e ci diano supporto. Ad ogni modo ce la farò , con o senza aiuto. Il mio obbiettivo è spostare gran parte delle produzioni cinematografiche italiane qui in Sicilia. La nostra isola è un set naturale.

  • Credi che un giovane del Sud debba faticare maggiormente per realizzare il proprio sogno rispetto ad un ragazzo che vive al Nord?

No. Assolutamente no. “Malamuri” è l’esempio perfetto di “voglia di fare”. Tutto il resto sono chiacchiere. Ciò che urlo da anni è che non conta  il posto dove vivi ma la tua voglia di fare. Conta quanto ti metti in gioco, quanto sei disposto a sacrificarti ed a investire per realizzare l’obiettivo. Conta non andare al mare d’estate e rimanere chiuso in studio in inverno.  Essere disposto a fare anche ciò che non ti piace .  Smettere di lamentarsi, di guardare cosa fanno gli altri, di puntare il dito ed iniziare a creare. Basta con questi problemi geografici. Non esistono. Armiamoci di spirito creativo.

  • Quale messaggio vorresti lanciare ai tuoi coetanei “ a caccia di un sogno”?

Siate i primi critici di ciò che fate. Non tutto  è bello o giusto. Non siate presuntuosi. Ascoltate tanto e cogliete l’attimo. Non tutto quello che vi dicono è verità ma ci sono frammenti di miglioramento in ogni parola. Concentratevi sul prodotto finale, è quello che conta. Create un voi migliore. Buttate tutto lo schifo che avete accumulato negli anni dentro la vostra mente e metteteci solo ciò che amate. Infine, amate incondizionatamente, amate tutto. Siate consapevoli che il mondo non  fa schifo. Il mondo è bellissimo, le persone sono meravigliose e voi siete fantastici! Siete esseri che vanno oltre ciò che appare. Siete di più di quello che pensate. Amate tutto e voi stessi.  Riceverete così Amore, che è la cosa che conta di più.

Infine: Smettete di dare la caccia ai sogni. Siete già dove volete essere. Siete già chi volete essere. Basta capirlo.

  • A chi dedichi il tuo successo?

Al mio team. Ai miei compagni di viaggio. A coloro che hanno creduto alle mie parole, si sono fidati e hanno sudato con me. La strada non finisce mai e faremo sempre di più. Grazie per questo viaggio insieme. Godiamocelo e divertiamoci.

Alla mia famiglia che mi ha generato e cresciuto, che ancora non sa cosa li aspetta.

Ed alla mia futura famiglia, mi sto impegnando per regalare ai miei figli (futuri) un presente fantastico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.