lunedì, Dicembre 23, 2024
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THE LUNCH DATE. Mini recensione per un mini film

Oggi voglio scrivere di un’esperienza che ho vissuto con i miei compagni di classe.

Un giorno, a lezione, il nostro professore di grafica ci ha fatto vedere un cortometraggio americano dal titolo “The Lunch Date” (in italiano si può tradurre come: L’appuntamento per pranzo). È un video sui rapporti fra le persone e, in generale, ci fa capire che non bisogna mai giudicare gli altri dalle apparenze, perché a volte si può sbagliare. Il corto dura dieci minuti ed è stato girato in bianco e nero da Adam Davidson nel 1989. Nel 1990 ha vinto due premi importantissimi: la Short Film Palme d’Or al Festival di Cannes e l’Academy Award, cioè l’Oscar, nella categoria Best Short Subject. Nel 2013 è stato selezionato per essere conservato nel Registro Nazionale dei Film degli Stati Uniti d’America alla Biblioteca del Congresso di Washington, essendo “culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo”. La protagonista del video è una signora di mezza età, che deve prendere un treno alla Grand Central Terminal, la più conosciuta stazione ferroviaria di New York, già vista in molti film. Un inconveniente le impedirà momentaneamente di partire. Si fermerà alla caffetteria, dove comprerà un’insalata con i pochi spiccioli che le sono rimasti. Ovviamente non vi racconterò cosa succede in seguito, soprattutto per non svelare il finale. Comunque il corto è molto bello. Vi consiglio di vederlo, però non come semplici spettatori, ma vivendolo in modo anche personale, cercando di comprendere il suo significato. Ci sono pochi dialoghi in inglese, senza sottotitoli, ma è tutto abbastanza facile da capire. Lo trovate su You Tube cliccando direttamente qui: https://youtu.be/epuTZigxUY8

Natalie Interdonato 1C IT

 

Ho incrociato per la prima volta “The Lunch Date” giusto tre anni fa a un seminario di formazione per insegnanti, sulla storia e gli effetti delle droghe. Chi vedrà il corto si domanderà cosa c’entri con questo tema. Nulla, in effetti! Perlomeno, non direttamente. Chi tenne il seminario non era un docente, però riuscì a mettere insieme argomenti distanti e, a prima vista, non facilmente collegabili: dalla fisiologia dell’adolescente legata ad alcuni sistemi neuronali, alle allusioni lisergiche di certi brani rock; dalla storia del Vin Coca Mariani, bevanda notissima a fine ottocento, a citazioni prese dagli indiani Algonchini e da Bob Dylan. Quel non docente ci parlò di limiti, curiosità, ricerca dell’identità e distacco dalla realtà nei ragazzi, ma anche dei Peanuts di Schulz e del loro modo d’intendere la vita. Da una citazione del filosofo di origine indiana Jiddu Krishnamurti, “la più alta forma d’intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare”, passò fluidamente a “The Lunch Date”. Da allora, appena posso, rubo dieci minuti di lezione ai miei amici pentagoni o agli icosaedri, fantastici personaggi della geometria euclidea, per chiedere ai ragazzi di guardare la realtà da un altro punto di vista.

Deformazioni da disegnatore.

 Francesco Galletta

 A proposito, il plot e la scena madre del corto sono stati ripresi in almeno una decina di remake più o meno fedeli e non ufficiali, tutti reperibili in Rete. Uno anche italiano. Buona visione.

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