giovedì, Novembre 21, 2024
Comprensivo Milazzo 1

Il web amico dei ragazzi?

Nell’ultimo decennio, hanno fatto ingresso nel web i social network, ovvero dei portali per condividere con gli altri le nostre foto, il nostro stato d’animo, per conoscere persone nuove, per essere aggiornati sulle ultime novità, anche quelle stupide di cui poco ci importa. Da quando però anche i ragazzi hanno iniziato ad usarli, essi sono diventati più pericolosi di quanto, per certi aspetti, già non fossero. Bisogna distinguere però due tipi di social network: quelli che consistono solo in chat e messaggi (anche in gruppo), tipo WhatsApp o Wechat e quelli in cui si possono anche pubblicare foto o video e renderle visibili a tutti, tra cui i più importanti Facebook, Twitter e Instagram. Le chat però non sono solo tra coetanei o quasi, ma anche tra figli e genitori, parenti o tra alunni e professori. Ci sono chat per tutto, ma proprio tutto. Sì, perché grazie a queste piattaforme web gli insegnanti possono dialogare con gli studenti di argomenti scolastici, dare consigli, aiuti, comunicazioni urgenti.

Per non parlare poi dell’utilità di essi per informarsi di ciò che accade nel mondo in modo diverso e per fare nuove amicizie che forse non saranno mai vere. Ma non esistono solo aspetti positivi, secondo la teoria dello scrittore Jonathan Franzen, i social network fomentano la creazione di una cultura banale e superficiale, rendendo i ragazzi incapaci di socializzare. Essi possono creare dipendenza e distaccare i giovani dalla vita reale, facendo loro perdere i veri principi, tipo quello della vera comunicazione.

Ci si siede accanto in un locale e non si comunica. Il 31% degli adolescenti è sempre connesso e interviene ad ogni notifica utilizzando ogni mezzo possibile mentre il 37% ci passa da una a tre ore al giorno. Questa dipendenza può anche causare un allontanamento dallo studio. Spesso i ragazzi entrano a far parte dei social network perché altrimenti si sentono, o meglio vengono fatti sentire estranei al gruppo e quindi non popolari. Questo è un fatto gravissimo per gli adolescenti, perché si creano dentro di loro dei vuoti e sono disposti a tutto pur di essere accettati: finiscono persino (soprattutto le ragazze) a   ridicolizzarsi inutilmente con foto e video anche provocatori o in atteggiamenti sexy che talvolta vengono fatti circolare e causano danni psicologici di notevole portata alle “vittime”. Spesso tutto ciò può assumere i connotati di cyber bullismo. Una volta non esisteva questo genere di problemi perché per comunicare, si usava la lettera oppure il telegramma. La praticità, la comodità, l’immediata disponibilità dei nuovi mezzi di comunicazione li hanno sostituiti, di conseguenza non si riesce più a parlare, né a scrivere né a leggere; la relazione tempo-parola è istantanea, senza alcuna pretesa di memoria, né di perennità letteraria.

Negli sms la comunicazione tende così alla semplificazione del messaggio attraverso una riduzione del numero di caratteri, vi è una degenerazione della lingua scritta, sempre più semplificata e approssimata, si afferma sempre più la lingua inglese, sintetica e veloce. Nelle e-mail o lettera elettronica, si mescolano regole del linguaggio orale e scritto utilizzando segni di punteggiatura, faccine, maiuscole per intonare una conversazione.  Insomma, la rivoluzione che Internet ha provocato dal punto di vista delle relazioni sociali, sia in positivo che in negativo, non può essere ignorata e si estende a macchia d’olio. Evoluzione? Sì per tanti versi, ma anche involuzione!

Aurora Pavone 2D

Scuola media Garibaldi

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