Birrificio di Messina: la travagliata storia di 15 coraggiosi lavoratori.
Giovedì 4 maggio, noi alunni della 2A dell’I.C. n. 2 Salvo D’Acquisto ci si siamo recati, accompagnati dalle professoresse Interdonato, Cutugno e il docente di tecnologia Sergio Romano, al birrificio di Messina, presso lo stabilimento di Larderia inferiore.
Abbiamo raggiunto l’azienda grazie ad alcuni genitori che hanno messo gentilmente a disposizione le loro auto.
L’uscita didattica rientra nell’ambito del progetto “Orientamento scolastico” volto a consolidare negli allievi la ricerca della propria identità personale, intellettuale, affettiva, sociale e favorire la conoscenza della realtà, con particolare riferimento alle qualità richieste dal mondo del lavoro e alle attività produttive del territorio.
Lo scopo immediato della visita comunque è stato quello di scoprire come si fabbrica la birra e, soprattutto, apprendere la travagliata storia di questa società cooperativa.
Durante la visita, infatti, il Presidente dell’azienda ci ha raccontato le vicende che hanno portato 15 operai a scommettere sul loro futuro e su quello delle loro famiglie.
La storia dell’azienda è molto complessa e nasce nel momento in cui lo stabilimento della birra Messina, che contava molti addetti, è stato venduto a una multinazionale che ha cessato l’attività dopo 25 anni.
Il brevetto acquistato dalla Heineken è rimasto di proprietà dell’azienda straniera, che ha venduto la fabbrica ad un’altra società, la “Triscele”. Quest’ultima ha avviato la produzione della “Birra del Sole” e della “Patruni e sutta”. Il proprietario dell’azienda, tuttavia, non era interessato alla produzione della birra, ma solo al terreno di via Bonino, sede dello stabilimento, dove avrebbe voluto costruire abitazioni e centri commerciali.
Così, dopo due anni, decretò la chiusura dello stabilimento e il licenziamento di coloro che vi lavoravano. Gli operai decisero di fare presidio di fronte allo stabile nella speranza di trovare un imprenditore disposto a continuare la produzione della birra che nella nostra città rappresentava una tradizione da più di cento anni.
In seguito alcuni di loro hanno deciso di avviare l’attività, fondando appunto la società cooperativa, che oggi conosciamo.
“Sicuramente non è stato facile- come ha affermato il Presidente- soprattutto perché gli operai hanno dovuto affrontare enormi spese ed investire persino il loro TFR mettendo a rischio il futuro”.
Dopo averci spiegato la storia della nascita dell’ azienda ci è stato mostrato come viene prodotta la birra.
Abbiamo potuto così vedere tutti i processi che portano al prodotto finito e apprendere che la birra prodotta nella nostra città non ha alcun elemento chimico al suo interno. È realizzata esclusivamente con acqua, luppolo e malto. Il ciclo di produzione dura circa 21 giorni.
Le ricette utilizzate sono tre e quindi vengono prodotte tre etichette: la “Doc”, “La birra dello Stretto” e la “Premium”. Il malto non più utilizzabile viene fornito ad alcune aziende agricole che ne fanno foraggio per gli animali.
Al termine della visita siamo rientrati a scuola dove abbiamo proseguito le lezioni.
È stata davvero un’esperienza indimenticabile che ci ha fatto capire, al di là del processo di produzione della birra, quanto conti nella vita avere un obiettivo da raggiungere e quanto sia importante avere il coraggio di farlo fino in fondo. Ciò che infatti ha reso straordinaria l’avventura dei 15 operai è stato proprio il coraggio. Come ci ha detto il mastro birraio:” L’unione fa la forza e nella vita bisogna sempre avere il coraggio di osare”.
Simone Gulletta
Classe IIA Istituto Comprensivo 2 “S. D’acquisto”