lunedì, Dicembre 23, 2024
Scienza

Un tuffo tra gli anelli di Saturno

Al via, dallo scorso 26 Aprile, l’ultima fase della missione intrapresa dalla sonda Cassini.

Siamo giunti infatti alla fase finale di una missione robotica spaziale  che ha avuto inizio con il lancio in orbita di una sonda da Cape Canaveral, negli Usa, il 15 Ottobre di 20 anni fa, a seguito di un piano di accordi e di una progettazione frutto dell’attività congiunta di ASA, ESA e ASI, e che adesso si avvia alla sua conclusione.

Ma qual è lo scopo di questa ultima fase della missione interplanetaria nata per studiare il sistema  di Saturno?  Verranno effettuati dei tuffi nei suoi anelli,  utili per scoprire l’età di questi ultimi, analizzare sostanze, misurare il campo gravitazionale e scattare delle incredibili foto del panorama da Saturno.

Il calcolo della massa  degli anelli e lo studio  della loro formazione, permetterà di capire  se essi siano nati con il pianeta o con le polveri della luna andata in frammenti.

La sonda Cassini, che prende il nome dall’astronomo Italiano che alla fine del Seicento ha fornito un importante contributo proprio agli studi su Saturno,  ha anche rilevato la presenza di oceani sotto strati ghiacciati, nel satellite Encelado,  sesto satellite di Saturno per ordine di grandezza. Gli scienziati della NASA infatti ipotizzano tracce di vita a seguito del rilevamento di idrogeno e anidride carbonica, entrambi possibili risultati della metanogenesi, ovvero la produzione di metano da parte di microorganismi.

Una scoperta che ha lasciato disorientati alcuni dipendenti alla NASA è stato il Grande Vuoto.

Ci si aspettava infatti di incontrare una “polvere spaziale”, molto temuta per la possibilità che potesse rovinare la sonda, ma in realtà non è stata rilevata alcuna traccia di polvere e detriti.

Sono serviti un paio di giorni per identificare le informazioni e poi convertirle in formato audio per la constatazione finale.

Infatti dopo aver ascoltato i soliti fischi rilevati dal RPWS (Radio and Plasma Wave Science), non sono stati evidenziati altri suoni atti a segnalare la presenza di altri corpi estranei.

La sonda vedrà la sua fine il 15 settembre 2017, quando, dopo aver compiuto 22 tuffi tra gli anelli e aver rilevato quante più informazioni possibili da essi, si distruggerà nell’atmosfera saturna.

La sonda è famosa anche per essere riuscita a scendere nella superficie di Titano.

Di sicuro le scoperte non finiranno qui, e la NASA non aspetta altro che ricevere altre immagini, soprattutto dell’ultima manovra chiamata il Gran Finale, dove la sonda fotograferà lo spazio così  come si può osservare dal pianeta,  in una splendida panoramica che comprende anche gli anelli.

 

Riccardo Crisafulli III D BA

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