ZITA DAZZI INCONTRA GLI STUDENTI DELLA MAZZINI
Il 6 aprile scorso presso la libreria “La casa di Giulia”, le classi prime dell’I.C. “Mazzini” hanno incontrato Zita Dazzi, autrice del libro “Bella e Gustavo”.
La Dazzi, che lavora come giornalista presso La Repubblica, negli ultimi anni si è dedicata alla narrativa per ragazzi, scrivendo storie con adolescenti per protagonista e con problemi di attualità sullo sfondo. È il caso de “L’isola dei conigli”, ambientato a Lampedusa, sullo sfondo degli sbarchi degli immigrati.
Con ” Bella e Gustavo” l’autrice si è ispirata a un fatto realmente accaduto nella sua città.
In un quartiere di Milano, qualche anno fa, un clochard venne brutalmente picchiato e ridotto in fin di vita.
La gente del quartiere cominciò a utilizzare la cabina telefonica, in cui il clochard soleva trovare riparo, come punto di raccolta e condivisione delle notizie sul suo stato di salute. Vi fu una vera e propria gara di solidarietà che ha fatto di questa vicenda una favola moderna. Il libro in effetti altro non è che una fiaba metropolitana.
Infatti, la storia di ” Bella e Gustavo” è legata soprattutto alle vicende di un senzatetto e della sua piccola compagna di vita, la cagnolina Bella, la cui strada si incrocia con quella di due adolescenti, Nino e Petra, che, inizialmente attratti dal cane, finiscono per essere coinvolti nelle vicende personali del clochard a cui salveranno la vita. Attraverso il personaggio di Gustavo, un uomo schivo e diffidente, che suole annotare su un taccuino brani tratti da “Le memorie di Adriano” di M. Yourcenauer, la Dazzi riesce ad esprimere in modo convincente vicende e sentimenti che riguardano le persone che hanno fatto questa scelta di vita o, più semplicemente, persone che hanno incontrato nel loro “cammino” un decisivo “incidente di percorso”.
La Dazzi racconta la vita di questi uomini, evitando la cliché e la visione “romantica” della cosiddetta “vita da barboni”, che, invece, viene descritta sotto una prospettiva realistica, illustrando la condizione di solitudine e le difficoltà pratiche cui vanno incontro ogni giorno i senza fissa dimora.
Infatti, quella dei clochard generalmente non è una libera scelta, ma una triste necessità, specie in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, perchè, se da una parte offre l’illusione di una libertà incondizionata, dall’altra comporta il vivere ai margini, nella privazione non solo delle cose materiali che rendono confortevole la nostra vita, ma altresì degli affetti e dei rapporti umani: sprovvisti di quella identità sociale che ci fa sentire parte di una comunità, i senzatetto diventano “invisibili” agli occhi dell’uomo della strada e la loro vita si consuma nell’indifferenza generale.
Inoltre, Zita Dazzi mette in luce un altro aspetto che caratterizza la maggior parte dei clochard: la loro diffidenza nei confronti degli altri esseri umani per lasciarsi andare, invece, nell’ affetto dei nostri amici a quattro zampe.
In conclusione, l’autrice illustra l’episodio, dell’aggressione, ad opera di alcuni teppistelli intolleranti, subita da Gustavo, per la quale finisce in coma.
Un gesto di questo tipo, che già nella finzione appare sconcertante, talvolta, si verifica anche nella realtà: recentemente, a Palermo, un uomo ha cosparso di benzina un senza tetto e gli ha dato fuoco, bruciandolo vivo.
Naturalmente la gravità del gesto colpisce la serenità mentale della quale un uomo sano gode, perché non solo si tratta di un gesto di estrema crudeltà, ma anche perchè la motivazione fornita dall’assassino va oltre la nostra capacità di comprensione: i due si contendevano l’affetto di una donna per cui il gesto sconsiderato, maturato in un clima di guerra tra poveri, appare come l’esito di una vita esacerbata dalla solitudine e dalla povertà di affetti.
Durante l’incontro con l’autrice, noi alunni, oltre a sottoporle tutte le nostre curiosità, le abbiamo mostrato i lavori eseguiti in vista di questo appuntamento: particolarmente apprezzate le poesie incentrate sul tema dei senzatetto, un cortometraggio realizzato dalla classe 1 A ed una breve rappresentazione teatrale sceneggiata ed eseguita dai ragazzi di 1E.
Dorotea Nicita
Classe 1^A