I legumi? Una scelta intelligente contro la fame nel mondo
In una sana alimentazione non devono mai mancare i legumi. Fagioli, lenticchie, ceci, fave, piselli sono tutti legumi che dovrebbero essere nei nostri piatti almeno due volte la settimana. Poveri di grassi e ricchi di fibre, sono una buona fonte di proteine vegetali tanto che, abbinati ai cereali, come nel caso della pasta e fagioli, del riso e lenticchie o della pasta e ceci, possono equivalere sul piano nutrizionale alla carne. Ma va detto che, rispetto alle proteine animali, quelle vegetali (legumi e cereali) offrono molti vantaggi: ad esempio saziano di più, sono meno caloriche e consentono di regolare i livelli di colesterolo e di glucosio nel sangue, come pure garantiscono una buona funzione intestinale. I legumi sono coltivati in tutto il mondo da millenni e costituiscono parte integrante della storia e della cultura dell’uomo. Le prime civiltà urbane basavano la loro economia sulla coltivazione dei legumi oltre che dei cereali e si conoscevano bene le loro capacità nutrizionali. Si sa di certo ad esempio che i soldati romani durante gli spostamenti nelle loro campagne militari facessero uso di legumi in quanto cibi proteici, leggeri da trasportare, sani, nutrienti e pratici da cucinare, preferibili alla carne che si deteriorava facilmente. Nel Medioevo poi la coltivazione dei legumi in Europa portò molti vantaggi nell’agricoltura perché con la rotazione triennale i terreni diventarono più fertili e produttivi e l’alimentazione migliorò tanto che la popolazione tra l’VIII sec. e il XIV sec. aumentò in modo considerevole da 20 a 70 milioni.
Oggi al consumo dei legumi viene data notevole importanza a livello mondiale, basti pensare che il 2016 è stato dall’ONU considerato l’anno internazionale dei legumi in quanto alimento sostenibile per l’ambiente e alla base di tutte le diete delle popolazioni più longeve del mondo. I legumi infatti sono più sostenibili dal punto di vista ambientale perché necessitano di meno risorse naturali per crescere. Ad esempio, secondo i dati della Fao, “la produzione di lenticchie o piselli richiede un consumo di 50 litri di acqua per chilo, mentre un chilo di carne di pollo ne richiede 4.325, uno di manzo 13.000”.
Perciò la produzione di legumi nelle zone più aride del nostro pianeta e nelle regioni soggette a siccità può essere una scelta intelligente per contrastare la malnutrizione e la fame, proprio come era accaduto nel Medioevo. Questo ci fa capire quanto la storia insegni!
Stella Zappalà
Classe 1^ D Zirilli