La Nasa prepara la strada verso Marte
Nella pellicola di Ridley Scott del 2015, The Martian, l’attore Matt Damon veste i panni dell’astronauta Mark Watney, abbandonato dai suoi compagni su Marte, che lotta per la sua sopravvivenza e per fare ritorno sulla Terra.
Ecco che la fantascienza, che immaginava la vita di un uomo sul Pianeta Rosso sembra diventare realtà, soprattutto grazie agli ultimi avvenimenti che hanno visto approvare all’unanimità dalla Camera dei Rappresentanti di Washington, il NASA Transition Authorization Act.
Il 7 marzo l’organizzazione Trump ha dunque approvato lo stanziamento di 19,5 miliardi di dollari per una esplorazione dettagliata del sistema solare con grande attenzione a Marte, a cui verrà associato un percorso di monitoraggio medico a lungo termine per gli astronauti che resteranno in orbita per tanto tempo.
Questa somma, taglia fuori un monitoraggio attento delle condizioni della Terra, tuttavia è abbastanza per i programmi dell’esplorazione e della ricerca spaziale per i prossimi anni, che si articoleranno in alcune prime e fondamentali tappe.
Si prevede infatti un viaggio di andata e ritorno che, con le attuali tecnologie ha una durata di circa 6 mesi, e bisogna considerare anche che il pianeta Marte si trova più vicino alla terra soltanto ogni due anni.
Seguirà una lunga permanenza nello spazio per gli astronauti, con inevitabili cambiamenti nel loro fisico, oggetto appunto del programma di ricerca medico parallelo alla missione.
La NASA ha dunque dovuto costruire una dettagliata road map, evidenziando le tappe salienti intorno a cui organizzare il viaggio sul Pianeta Rosso.
La prima tappa riguarda la necessità di trovare una crew di astronauti adatti alla missione, allenarli allo spazio profondo e capire come proteggere la loro salute, in quanto i raggi cosmici possono causare demenza.
Bisogna costruire anche dei robot entro il 2020, in grado di prelevare campioni.
La seconda tappa, che si estenderà in un arco temporale piuttosto ampio, dal 2018 al 2030, prevede di raggiungere uno spazio cislunare e i satelliti di Marte e, se possibile, installare una base sulla superficie lunare per poter testare e sviluppare le tecnologie per il “grande salto”.
Verrà poi inviato un satellite migliaia di chilometri oltre la luna per tre settimane, per ricevere quante più informazioni possibili sul Pianeta Rosso.
Con la terza tappa (2017-2030), avverrà la “pavimentazione” della strada per l’esplorazione in quanto si prevede il lancio di un rover nel 2020 e, nello stesso anno, sarà condotta una missione robotica che preleverà dei campioni da Marte per riportarli sulla Terra alla fine del decennio, affinché tutto sia pronto per la missione vera e propria.
Si stima che essa durerà tre anni, dal 2030 al 2033, inclusi i mesi del viaggio.
La Nasa, per garantire una futura abitabilità, sta studiando da tempo delle tecnologie per stanziare una colonia permanente.
Uno dei primi passi è ad esempio quello di cercare di rendere il suolo un terreno fertile: riuscire a far crescere delle piante sarebbe un grande passo, in quanto permetterebbe lo sviluppo di ossigeno.
Rimane incompiuta però l’assenza di un campo magnetico come scudo, per proteggersi da tempeste solari e raffiche di vento di enormi dimensioni.
Riccardo Crisafulli III D BA