lunedì, Dicembre 23, 2024
Comprensivo "D'Arrigo"Venetico

Quando la Storia ti parla direttamente…

Un nonno testimone del Fascismo

La Storia è maestra di vita e quando la storia ce l’hai in casa, certi argomenti studiati sui libri risultano più chiari: comprendi meglio le motivazioni, le cause e le conseguenze dell’agire umano.

La mia fonte diretta e immediata è mio nonno che ho intervistato in occasione di un compito di realtà assegnatomi a scuola durante lo studio della Seconda Guerra Mondiale.

Mio nonno è Santi Visalli, nato il 26 settembre 1927, che ha vissuto da ragazzo durante il periodo fascista.

Da quanto il nonno ricorda, il Fascismo richiedeva oltre alla totale obbedienza al partito, anche le adunate fasciste che si svolgevano il sabato, il sabato fascista. In quell’occasione i dirigenti davano insegnamenti su come si marciava.  Importantissimo era il saluto fascista che i giovani e i giovanissimi dovevano imparare alla perfezione; i ragazzi a quel tempo venivano divisi in Balilla, Avanguardisti e giovani fascisti. Ogni categoria aveva un dirigente i cui ordini dovevano essere categoricamente eseguiti.  Tra i capi c’era anche un segretario politico, chiamato federale, che faceva un discorso per tutti. Le adunate non erano obbligatorie e poteva partecipare chiunque. Il nonno continua a raccontare e si sofferma sulla Resistenza: anche a Roccavaldina, paese in cui ancora vive, c’erano gli antifascisti che agivano segretamente contro il Fascismo.  Il nonno continua il suo racconto e io mi incuriosisco sempre più: ha conosciuto i capi, un’era un perito agrario e l’altro un falegname, un cosiddetto “Mastro”. Era gente che organizzava azioni antifasciste ma, in seguito le autorità fasciste li hanno individuati e stavano per prenderli con le mani nel sacco; qualcuno, per fortuna li ha avvisati in tempo e loro hanno avuto il tempo di bruciare tutti i documenti e di fuggire. Dopo quell’episodio il movimento antifascista si è sciolto. Alla mia domanda su un giudizio complessivo di Mussolini, il nonno risponde che, secondo lui, Mussolini, nonostante abbia fatto del bene, tuttavia ha commesso gravi errori tra i quali quelli relativi alla politica estera: quei miliardi di lire spesi in Africa, li avrebbe dovuti usare qui in Italia. Ricorda che in Libia sono andate molte famiglie volontarie esclusivamente per lavorare la terra e per tale motivo Mussolini ha creato in Libia molti villaggi agricoli ed ha costruito strade.

Questa è la testimonianza diretta di uno degli ormai pochi abitanti di Roccavaldina vissuti durante il periodo fascista che ho la fortuna e l’onore di conoscere.

Alessandro Visalli

Classe III E  Scuola Secondaria di 1° grado- I.C. Venetico

Plesso Roccavaldina

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