lunedì, Dicembre 23, 2024
Comprensivo San Filippo del Mela

DJ Fabo: la richiesta di una morte dignitosa.

Fabiano Antoniani, conosciuto col nome d’arte di Dj Fabo, è nato a Milano il 9 febbraio 1977 e ha scelto di morire il 27 febbraio del 2017 a 40 anni compiuti da pochi giorni. La sua breve vita è stata insieme fantastica e tragica perché ha conosciuto la realizzazione dei sogni di un ragazzo pieno di talento e la sofferenza atroce di ritrovarsi, dopo un terribile incidente automobilistico, paralizzato e cieco.

Appena diplomato da geometra, Fabiano inizia a lavorare, ha una grande passione, il motocross, ma un incidente lo costringe ad abbandonarla. L’altra sua grande passione è la musica, suona dall’età di sette anni, ha anche frequentato il Conservatorio di Milano, ma è un po’ ribelle, perciò viene espulso. Si trasferisce, nei periodi estivi, ad Ibiza per un periodo di studi, e qui incomincia a lavorare con la musica più moderna.

Forse a causa della magica influenza dell’isola, forse per vocazione – rivela nella sua autobiografia – subito si rende conto che il suo unico e vero posto è dietro la consolle. E così inizia a suonare un po’ ovunque. L’amore per la musica e la voglia di viaggiare e scoprire altri posti del mondo, spinge Dj Fabo ad una scelta importante: si trasferisce a Goa, dove lavora e vive mantenendosi con la musica e capisce che il suo posto e il suo futuro sarebbero stati in India. Qui per otto mesi l’anno con la sua fidanzata, Valeria, vive momenti intensi ritrovando finalmente se stesso, dopo aver indossato numerosi abiti che non gli andavano.

Ma purtroppo, in uno dei rientri in Italia, dopo aver suonato una sera in un locale di Milano, tornando a casa, un rovinoso incidente gli spezza i sogni e la vita. Sta guidando, gli sfugge il telefono di mano, si china una frazione di secondo per afferrarlo, quando riprende il controllo del volante sbanda a destra e impatta contro un’auto che procede lungo la corsia di emergenza. Lo scontro è atroce. I soccorsi sono immediati, così come la corsa in ospedale. Ma la diagnosi non lascia speranza: cieco e tetraplegico, condannato a restare immobile per il resto della vita. Da lì l’inizio di un calvario senza fine.  È il 13 giugno del 2014. Dopo anni di inutili cure e dolorosissime terapie, Dj Fabo, insieme a Valeria, ha deciso di praticare l’eutanasia (suicidio assistito) a poche centinaia di chilometri da casa, laddove la legislazione glielo consente, in Svizzera, ponendo fine, come lui stesso ha detto, a una vita non più degna di essere vissuta.

Ma che cos’è questa “buona morte” che in Italia non è consentita dalla legge, ma in molti Paesi europei viene praticata persino sui minori? L’Eutanasia è una pratica consistente nel provocare la morte di un individuo allo scopo di liberarlo dalla sofferenza fisica.

È stata l’Olanda, il primo aprile del 2002, a legalizzare – primo Paese al mondo – l’eutanasia diretta, seguita da Belgio e Lussemburgo. Altri Paesi europei come Svizzera, Francia, Gran Bretagna, consentono il cosiddetto suicidio assistito o comunque l’interruzione delle cure su richiesta del paziente. In Italia è ancora considerato reato e la proposta di una legge si è arenata nei meandri del Palazzo.

Per alcune persone l’eutanasia di alcuni o di tutti i tipi è moralmente inaccettabile. Questa visione di solito vede l’eutanasia come un tipo di omicidio e l’eutanasia volontaria come un tipo di suicidio.

Io credo che ciò che conta veramente non sia la durata della vita, ma la sua qualità. La sofferenza estrema insieme alla mancanza di speranza rendono davvero atroce vivere, perciò io sono favorevole a una legge che introduca anche in Italia l’Eutanasia.

Saverio Morasca – classe III B

Scuola secondaria di primo grado di San Filippo del Mela

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