I bunker sulle spiagge di Milazzo, un pezzo di storia da non dimenticare
Durante la seconda guerra mondiale Milazzo subì massicci e cruenti bombardamenti e numerosi edifici furono rasi al suolo. Assieme a Catania, Augusta e Palermo, fu anche individuata quale zona di sbarco nel piano inglese d’invasione della Sicilia.
Nel luglio 1943, quando l’invasione fu attuata ed era in pieno svolgimento, il porto di Milazzo venne potenziato notevolmente nelle sue difese quale importante centro marittimo, ferroviario e militare.
Fu in quel periodo storico che probabilmente furono costruite le case matte o bunker ed oggi a Milazzo ne rimangono trentatre.
Bunker è un termine tedesco che sta ad indicare una casamatta di cemento armato comunicante con l’esterno o con opere adiacenti, generalmente semisotterranee, o con locali sottostanti alla parte fuori terra. Si può presentare a pianta circolare, con volta arrotondata o piatta e munito di feritoie orizzontali per armi da fuoco.
Tre bunker in particolare hanno destato la mia attenzione.
Il primo è il bunker sito in località ’Ngonia, dietro la chiesetta del Tono, che la Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina ha dichiarato nel 2015 di interesse culturale, in quanto memoria storica e testimonianza dell’architettura militare in Sicilia tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Il secondo è quello situato a Vaccarella ed è il più particolare, essendo stato dipinta l’immagine di San Francesco di Paola che attraversa lo stretto di Messina sul suo mantello.
Infine il terzo è quello vicino alla icona della Madonna del Tindari nei pressi di Santa Marina.
Mio nonno mi ha raccontato che quando aveva la mia età con i suoi amici salì su questo bunker per osservare il mare in burrasca, ma la situazione precipitò perché le ondate si avventarono bruscamente sulla riva oltrepassando la strada e costrinsero mio nonno e i suoi compagni a restare sul bunker per circa tre o quattro ore. Aspettarono che il mare si calmasse per poter tornare a casa e raccontare quella leggerezza della loro età che sarebbe potuta diventare un’esperienza tragica. Ma parliamo di un’altra epoca, quasi 62 anni fa!
Come vediamo il bunker oggi è un po’ in dislivello perché una ruspa abusivamente tentò di spostarlo ma senza riuscirci, questo però lo fece sprofondare ed ecco spiegata l’inclinazione
Ho scritto questo articolo perché sarebbe giusto recuperare e valorizzare i bunker a Milazzo, come hanno fatto in Normandia, utilizzandoli come supporto di murales con scene della storia e dell’identità milazzese: la vita e il lavoro dei pescatori, le tonnare, la storia delle gelsominaie, la vicenda garibaldina, l’episodio delle guerre puniche, l’eroe Luigi Rizzo.
Si potrebbe proporre un progetto di “adotta un bunker” con il quale dei privati che hanno attività commerciali vicino a questi bunker, potrebbero finanziare la riqualificazione.
Emanuele Valenti II A
Scuola Media “ Luigi Rizzo”