SBULLONIAMOCI!
“Ragazzina di 14 anni, vittima del bullismo, si è lanciata dal terzo piano della sua abitazione”. In tv negli ultimi anni sentiamo notizie di questo genere, giovanissimi che si trovano a combattere i bulli, a subire insulti, minacce, incitamenti al suicidio. Purtroppo questo fenomeno è dilagante tra gli adolescenti, molti ragazzi credono che fare i bulli li renda più forti, gli dia un posto importante all’interno del gruppo e prendersela con il più debole sia la soluzione ai problemi scolastici o familiari.
Il bullismo tra i banchi di scuola è quello più comune: se tifi una squadra differente, se ami leggere, se non hai le scarpe firmate che vanno di moda, se studi, se invece non lo fai…tutto diventa un pretesto per essere presa di mira. Qualsiasi motivazione verrà utilizzata dal prepotente e dagli altri che si uniscono a lui per farti stare male. Chi soffre quasi sempre non ha il coraggio di parlare, tiene tutto dentro di sé e piange da solo, quando nessuno può sentirlo, dentro la testa le risatine sarcastiche dei bulli e la rabbia per non aver reagito.
Ci sono casi in cui la sofferenza e l’isolamento prendono il sopravvento con conseguenze psicologiche ed anche fisiche come l’autolesionismo. Cicatrici che rimarranno non tanto sul corpo, ma resteranno scolpite nel cuore per sempre. Si cerca la solitudine rimanendo chiusi in una stanza con gli auricolari ad odiare se stessi, colpevolizzandosi, disprezzando la vita fino a togliersela.
Molti adolescenti trovano rifugio nei social network, ma anche questi sono pericolosi. Nell’era di internet è molto frequente il fenomeno del cyber-bullismo attraverso e-mail, messaggi offensivi, pubblicazioni di foto private, azioni che vengono fatti da anonimi.
Il bullizzato non sa con chi sta parlando, non vede il viso di chi sta distruggendo la sua vita. Nascondersi dietro un monitor è il mezzo più semplice e diretto per mantenere l’anonimato.
A tal proposito stanno nascendo molte associazioni per aiutare chi si trova in difficoltà e non sa come difendersi. Anche i media contribuiscono, con la diffusione di campagne pubblicitarie antibullo, invitando gli adolescenti vittime dei bulli ad uscire allo scoperto e parlare.
Chi sta male non lo dice, quando invece basterebbe parlare, raccontare tutto alla polizia postale e non colpevolizzarsi perché il silenzio è la forza del bullo.
Ognuno di noi può fare qualcosa, anche solo denunciare i piccoli e grandi soprusi che avvengono davanti ai nostri occhi, senza girare la testa dall’altra parte e dirci che la cosa non ci riguarda.
Invece riguarda tutti noi, perché i giovani di oggi saranno i futuri uomini di domani ed io voglio una società fatta di gente che rispetti tutti senza distinzione di sesso, etnia, religione. Quindi: STOP AL BULLISMO!
ERIKA CASSATA CLASSE III C
ISTITUTO SECONDARIO DI PRIMO GRADO “ E.FERMI” SAN FILIPPO DEL MELA