lunedì, Dicembre 23, 2024
Il bello del Majorana

Un’esperienza: mille scoperte ed emozioni

Il 22 Agosto 2016 è stato il giorno che ha segnato per me l’inizio di una di quelle esperienze che capitano una volta sola nella vita: essere un “exchangestudent” negli Stati Uniti d’America. Non si tratta solo di un anno scolastico trascorso in un altro paese, è molto di più. Attraverso la mia esperienza definirei questo percorso come una “missione”, nove mesi ne è la durata: la mia “nuova casa” e lo stato in cui sto vivendo mi sono  stati assegnati casualmente. Tutte queste cose lasciate alla casualità potrebbero suonare poco confortevoli, ma in realtà questo è proprio il criterio: non si può scegliere quale scuola frequentare, in quale famiglia vivere o quale camera da letto scegliere. Inizialmente avevo fatto richiesta per essere assegnata a una famiglia, ma ben presto ho cambiato idea ed ho chiesto di fare parte di un programma diverso, il quale prevedeva che io vivessi in un dormitorio associato alla scuola che avrei successivamente frequentato. Alcuni mesi prima della partenza ho ricevuto tutte le informazioni riguardanti la mia futura collocazione nel territorio statunitense: avrei trascorso nove mesi in una città di nome Erie, in Pennsylvania.

Erie non è particolarmente popolosa e, a dirla tutta, non mi è mai piaciuta come città dal primo giorno in cui ci ho messo piede, perché ha pochi abitanti e non è un posto piacevole per fare una passeggiata perché la temperatura è sempre bassa. Però c’è una cosa unica che devo riconoscere: il lago di Erie è qualcosa che mozza il fiato, “breathtaking”come direbbero gli americani. Dall’altra parte del lago si riesce a vedere il Canada perché il lago si trova tra i due confini. Questo lago è lo stesso in cui mi sono allenata con la squadra di canottaggio della scuola durante la stagione autunnale, quando ancora la temperatura era discreta. Il sistema scolastico americano è totalmente diverso da quello italiano a cui noi siamo abituati. I programmi vengono svolti in maniera diversa e ogni insegnante crea giochi interattivi di gruppo per interessare gli alunni ad ogni argomento trattato.

La scuola che sto frequentando, provvede affinché ogni alunno abbia un Ipad, il quale, ovviamente, va utilizzato in maniera responsabile. All’inizio dell’anno, un professore addetto all’informatica ci ha fatto installare sull’Ipad molte applicazioni: alcune danno informazioni interessanti riguardo specifici argomenti di letteratura inglese e americana, altre servono per partecipare ai giochi interattivi durante le lezioni. Ci sono poi altre due applicazioni, le quali sono considerate le più importanti: la prima viene utilizzata dagli insegnanti e dagli studenti come il nostro sito della scuola dove i professori trascrivono i compiti assegnati,  questa stessa applicazione può essere utilizzata dagli studenti per consegnare dei compiti online e avvisa se, ad esempio, non sono stati svolti i compiti assegnati per casa. L’altra applicazione è invece usata per inserire i voti e i commenti, divisi in tre trimestri. La scuola propone numerose opportunità per provare nuovi sport, imparare a suonare uno strumento musicale e partecipare ad altre attività come recitazione, canto o cheerleading. Gli americani sono particolarmente attenti a tutte le celebrazioni, festività e tradizioni, infatti per le vacanze del giorno del Ringraziamento, Natale e altre occasioni, nessuno dei docenti ha assegnato compiti per casa. Il sistema scolastico americano è molto rigido in termini di assenze: pretende che ogni assenza abbia una particolare giustificazione certificata, ma non è un problema frequente perché gran parte gli studenti è molto attenta a seguire le regole e a non fare assenze inutili. La scuola che sto frequentando negli Stati Uniti ha un calendario pubblico sul sito che consente di aggiornarsi su tutti i giorni festivi e gli eventi che avverranno durante l’anno scolastico già da agosto fino a giugno. I giorni scolastici sono compresi tra lunedì e venerdì, ognuno dei quali prevede un orario di 7 ore al giorno. Comiciamo alle 8:00 di mattina e le lezioni si concludono alle 15:00.

Ci sono quattro turni per il pranzo in mensa, ognuno dei quali dura 30 minuti. Il 90% del lavoro viene svolto in classe affinché gli studenti possano stare quasi tutto il giorno a scuola, quando le lezioni finiscono ognuno si dedica al proprio sport, motivo per cui i compiti raramente sono numerosi o richiedono una grande quantità di tempo. A mio parere, il sistema scolastico americano ha numerosi vantaggi rispetto a quello italiano per entrambe le parti, professori e studenti, ma ho anche avuto modo di notare la differenza nelle conoscenze che uno studente americano acquisisce rispetto a un ragazzo italiano. Noi studenti italiani siamo abituati a uno studio più dettagliato e vasto, siamo sottoposti a una grande quantità di pressione durante tutto l’anno e soprattutto lo svolgimento dei nostri programmi è molto più rapido perché contengono il doppio degli argomenti. Non mi schiero da nessuna delle due parti, anzi, sostengo che il sistema scolastico più corretto dovrebbe essere rappresentato da una via di mezzo tra questi due. Ognuno ha un proprio punto di vista a riguardo, ciò che penso è che non importa la quantità di studio, ma la qualità, e per quanto mi riguarda, ho imparato molte cose. Quello che ho imparato finora va oltre gli argomenti scolastici, mi riferisco soprattutto alla comunicazione con le persone. Con quest’esperienza mi è stata data l’opportunità di conoscere persone che apparentemente hanno differenze enormi da me e molte volte questo le ha rese migliori ai miei occhi. Giornalmente sono a contatto con persone provenienti dall’America, ovviamente, Australia, Cina, Korea, Russia, Taiwan, Egitto, Iraq, Vietnam, Nigeria e Congo. Le differenze tra noi ragazzi provenienti da tutto il mondo sono innumerevoli, fisiche e soprattutto culturali, ma forse è proprio questo che ci ha legato così tanto.

Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa che non dimenticherò mai: tollerare, comprendere, non arrendersi, amare, prendersi cura, andare oltre le apparenze: IL MONDO È BELLO PERCHÉ È VARIO. Sono onorata di aver avuto un’occasione del genere, ho lasciato il mio paese con tante persone nel cuore e tra poco tornerò, lasciando una seconda vita alle spalle, seconda ma non per questo meno importante.

Maria Rapisarda

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