INTERVISTA A MARIA FALCONE
Maria Falcone è un’insegnante di diritto, un’educatrice, votata ovviamente ad istruire gli studenti all’insegna di quelli che devono essere i valori di una società più giusta. Maria Falcone ha fatto ancora di più: ha legato il suo nome ad una strenua battaglia in nome dell’educazione dei giovani verso la legalità e la lotta alla mafia.
Non poteva essere altrimenti per lei, sorella di un uomo giusto e coraggioso, ucciso dalla mafia nella strage di Capaci nel 1992. Maria ha vissuto la stagione stragista iniziata negli anni Ottanta e culminata con i tragici attentati a Giovanni Falcone e al collega e amico Paolo Borsellino.
Una lunga scia di sangue che grida alle orecchie di chi è adulto la necessità di insegnare ai giovani l’importanza di crescere secondo i principi di una giusta e sana convivenza civile.
Pertanto Maria Falcone ha dato il via ad una serie di iniziative finalizzate a portare nelle nuove generazioni la memoria degli atti sanguinari di Cosa Nostra e la consapevolezza che nella società vige una logica errata e crudele che schiaccia i rapporti tra gli uomini, anche nella quotidianità. Del resto è celebre la frase del fratello Giovanni “Gli uomini passano, le idee restano” che evidenzia la fiducia in un futuro migliore, costruito nel tempo dall’impegno di chi in queste idee ci crede e ha voglia di diffondere ed attuarle
Tra queste iniziative ricordiamo i numerosi libri scritti, le navi e le piazze “della legalità”, finché la professoressa non decide di incontrare i giovani direttamente nelle scuole insieme ai loro docenti, per discutere della società attuale, dei valori distorti che incancreniscono il nostro presente e minacciano il nostro futuro.
Maria Falcone ha incontrato anche gli studenti dell’ITT Ettore Majorana di Milazzo e ha risposto con garbo ed eleganza alle domande della nostra Redazione.
Gli incontri con gli studenti nelle scuole italiane, che impressione le hanno trasmesso in merito all’attuale coscienza civile dei giovani?
[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up” revealfx=”off”]Le generazioni hanno mutato nel tempo la loro consapevolezza della mafia. Nel ‘92 la società ha guardato alla strage di Capaci come fatto di cronaca ma la reale percezione dell’accaduto si ha adesso, quando l’evento si è trasformato in fatto storico. Quindi mi rendo conto che la società è realmente cambiata: adesso ama le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
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Quale consiglio sente di dover trasmettere alle giovani generazioni siciliane?
[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up” revealfx=”off”]Giovanni non ha mai voluto lasciare la Sicilia perchè fermamente convinto del fatto che bisogna restare nel proprio paese per migliorare il nostro presente. La Sicilia ha bisogno di gente onesta e motivata, che attraverso la cultura della legalità possa cambiare positivamente la realtà.
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Essere la sorella di un eroe le ha modificato la vita e il suo modo di vederla?
[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up” revealfx=”off”]Ovviamente il terrore delle vendette trasversali mi ha molto angosciato. Ricordo le intimidazioni subite da Giovanni, dalla nostra famiglia e dagli altri uomini di giustizia, che facevano leva sugli affetti più cari. Un giorno, dopo la strage in cui perse la vita mio fratello e la moglie, suonarono al citofono di mia sorella e le dissero: “Tritolu nnavi pi tutti”. Ma il poeta Gesualdo Bufalino una volta disse:” La mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari”, a segnalare che la lotta deve cominciare dalla cultura e dalla fiducia nello Stato, nelle istituzioni, nella legalità e democrazia. Per questo ho scelto di girare tutta l’Italia e trasmettere questi valori ai nostri studenti.
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Qual è il significato che riveste nell’immaginario collettivo suo fratello Giovanni?
[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up” revealfx=”off”]Alla sede della F.B.I d ci sono solo due monumenti, uno a Jefferson e l’altro a Falcone. Il busto dedicato a mio fratello invita alla riflessione sulla sua vicenda: negli Usa Falcone è la personificazione del senso dello Stato, nonostante fosse siciliano; lo definirono un siciliano anomalo perché per noi che abbiamo subìto varie dominazioni il senso dello Stato è poco sentito.
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È stato più duro accettare una perdita affettiva così importante come quella di un fratello, oppure cercare di capire il tradimento dello Stato che non lo ha supportato o addirittura ha boicottato il lavoro di uno dei suoi uomini migliori?
[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up” revealfx=”off”]Questa domanda mi fa male: è come se parlassi dello stato come di un’entità opposta ai giovani. Ma lo Stato siamo noi, quindi non si può dire che i cittadini italiani si siano contrapposti allo Stato. Le istituzioni sono impersonate da individui che non sempre sarebbero degni di rappresentarle: ci sono persone sbagliate al posto sbagliato. Non è lo Stato a non aver saputo proteggere Giovanni, un attentato come quello non poteva essere previsto. Della morte di Giovanni non mi interessano i dettagli: è morto, e fino adesso so che è stata la mafia. Non voglio fare supposizioni né fantapolitica, attendo riscontri.
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Prof.ssa Falcone, le chiediamo un messaggio di speranza per i nostri ragazzi, un messaggio da insegnante che sa come parlare ai giovani.
[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up” revealfx=”off”]Giovanni aveva la sua religione con cui aveva sostituito la sua educazione cattolica. Perse la sua fede ma aveva la religione del dovere. Aveva trovato un pezzo di giornale con una frase di Kennedy dove c’era scritto: “Fare il proprio dovere ad ogni costo, questo è il senso della dignità umana”. E questo lui ripeteva nel parlare ai giovani della nostra famiglia.
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ROSA GAGLIANI
ANNA FORMICA
ALESSANDRA DI BLASI
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