Orientali’s karma: tutto quello che dobbiamo saper “leggere” tra le righe
Sabato sera Sanremo ha proclamato Francesco Gabbani vincitore della sessantasettesima edizione con il brano Orientali’s karma: una scelta che ha scatenato la polemica della massa, la quale ha dimostrato ancora una volta grande superficialità e profonda assenza di pensiero critico e analitico.
Un capolavoro musicale incompreso dai più, un’acuta analisi della società spacciata per un testo banale e privo di profondi significati. Una canzone che analizza e prende –intelligentemente- in giro la società occidentale poiché ormai prima di identità, personalità e di valori costretta a rubare la cultura e le usanze orientali.
Il cantautore ha dimostrato di essere un interessante osservatore delle persone che ci circondano e dei sistemi che regolano la vita sociale: le nuove mode, l’ossessione di essere uguale agli altri, di mangiare le stesse cose, di dire le stesse cose, di apparire.
Il cantautore descrive con originalità la società dell’homo videns, quella che anche il sociologo Giovanni Sartori descrive abilmente nel suo saggio “Homo videns”, sottolineando come la cultura sia ormai fuori moda, scomparsa per lasciare spazio all’apparenza. Nessun dubbio, amletico o meno che sia, nasce nella mente della società oramai: “L’intelligenza è démodé” intona il cantante.
Se Amleto era rimasto immobile perché avvolto dall’indecisione, la nostra società non si preoccupa più nemmeno di pensare: “La folla grida un mantra. L’evoluzione inciampa. La scimmia nuda balla.” Gabbani continua all’interno del suo testo ad inserire l’immagine di una scimmia nuda che balla: come previsto la massa ha intasato le pagine dei social per descrivere la presenza di quest’animale, ignorando che il cantautore si è ispirato ad un interessante saggio degli anni Settanta di Edmond Morris in cui una scimmia senza peli che viveva contro la sua natura era metafora della società: ieri esattamente come oggi.
Gabbani e “la sua scimmia”, iconografia di grande effetto e significato, come abbiamo appena appreso, raccontano con ritmo ed emozione un Occidente privato di anima e significato, spogliato dai suoi valori e abbandonato per strada come un accattone che raccoglie in giro tutto quello che può. Grazie Francesco per averci aperto gli occhi, almeno per qualche ora e grazie perché hai cantato per noi, per lasciarci qualcosa di forte.
Gloria Leonardi – Liceo La Farina