MATTINATA A TEATRO
Il 20 gennaio 2017 gli alunni della scuola media Zirilli hanno assistito ad uno spettacolo davvero singolare che ha catturato l’attenzione di tutti i giovani spettatori dall’inizio alla fine, coinvolgendoli ed emozionandoli sempre più.
Lo spettacolo dei pupi siciliani che è andato in scena al teatro Trifiletti sulla vita di Peppino Impastato è stato ideato e realizzato da Angelo Sicilia che ci ha spiegato in modo appassionato il valore culturale e storico dell’opera dei pupi , considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, pupi che sono famosi in tutto il mondo per avere rappresentato in modo così caratteristico le gesta dei paladini di Francia, ma che oggi possono far riflettere su argomenti importanti di grande attualità e impersonare eroi dei nostri tempi.
Angelo Sicilia ha introdotto lo spettacolo raccomandandoci di seguirlo con molta attenzione perché riguardava la mafia che c’era a Cinisi, paese in cui visse Peppino Impastato, e che c’è ancora oggi non solo a Cinisi ma ovunque esista l’illegalità.
Peppino era un giovane allegro, anticonformista che insieme ai suoi amici aveva creato Radio Aut, dalla quale trasmettevano musica e dove soprattutto si divertivano comunicando con ironia alle persone le notizie di quello che accadeva nel paese. Ma non tutte le notizie erano belle. Alcune volte parlavano di mafia ma Peppino non aveva timore a prendere in giro i mafiosi, neppure il capomafia che terrorizzava i paesani e pretendeva “rispetto”. I tre amici di Radio Aut erano inseparabili tanto che un giorno il padre di Peppino lo cacciò di casa perché il “capo” a cui portava rispetto era deluso di lui che lasciava fare tutto quello che voleva a suo figlio, così i due amici, vedendo Peppino da solo in mezzo ad una strada decisero di portarlo con loro. I mafiosi avevano avvertito Peppino di chiudere Radio Aut, ma lui non volle farlo. Dopo qualche giorno venne rapito, ucciso brutalmente è il suo corpo legato con una corda alle rotaie della ferrovia. È davvero impossibile solo immaginare quello che accadde dopo, possiamo solo capire quale immenso dolore provarono la mamma di Peppino e i suoi due amici quando trovarono i miseri resti del corpo del giovane trinciato, massacrato, annientato. Accadde proprio quello che Peppino diceva spesso: “la mafia uccide” e uccide in modo atroce, con una ferocia inimmaginabile, ma aggiungeva anche “il silenzio pure” ed è per questa sua convinzione che ha combattuto contro la mafia con coraggio.
La mamma Felicia per molti anni cercò di avere giustizia e dopo tanto, troppo tempo ottenne quello che cercava per difendere il buon nome di Peppino e onorare la sua memoria.
Commovente è stato incontrare alla fine dello spettacolo due amici di Peppino, Salvo Vitale e Faro Di Maggio, proprio quelli che con lui avevano creato Radio Aut; abbiamo anche ascoltato in una registrazione originale proprio la voce di Peppino e abbiamo percepito la sua voglia di cambiare le cose che in quel paese non andavano, come non andavano in tutta la Sicilia. Non va dimenticato che per allontanare, come diceva Borsellino, quella cappa opprimente della mafia sulla Sicilia si sono sacrificati giudici, come Falcone e Borsellino, preti coraggiosi come padre Puglisi, uomini delle forze dell’ordine e tante altre vittime innocenti.
Noi ragazzi abbiamo posto tante domande ai due amici di Peppino e abbiamo apprezzato il fatto che ci hanno risposto sempre con gentilezza e grande cautela e rispetto.
Così si è conclusa la nostra giornata al teatro Trifiletti, ma ci ritorneremo presto per riflettere ancora sul fatto che “se si apprezzasse la bellezza …”
Alessia Foti, Maria Grazia Ruggeri classe 1^ D SCUOLA MEDIA ZIRILLI