Il maestro scalpellino Mario Affannato, Novarese eccellente “che fa parlare la pietra”, il padre Ugo Affannato, mugnaio che fa “parlare “il suo antico mulino…antichi mestieri a Novara di Sicilia…
Novara di Sicilia vanta una tradizione antica nel campo della lavorazione della pietra, ce ne può parlare?
Novara di Sicilia è ricca di palazzi nobiliari e di edifici dove si vede l’utilizzo della pietra, basta fare un giro per le strade e le viuzze e ci si rende conto, guardando le chiese, la pavimentazione stradale, le piccole casette affastellate, i decori delle facciate, le fontane, di quanto la lavorazione della pietra, sia un’attività radicata sul territorio da secoli. Diversi scalpellini di un tempo affinandosi nell’arte dell’intaglio della pietra, sono divenuti scultori di fama nazionale ed internazionale e questo lo possiamo constatare ammirando la maggior parte dei monumenti che sono collocati nel centro storico e nel cimitero di Novara. Per questa sua caratteristica Novara di Sicilia è entrata a pieno titolo a far parte dei Borghi più belli d’Italia con l’appellativo di” Paese di pietra”.
Lei quando è diventato scalpellino e da quanti anni esercita questa professione?
Sin da bambino avevo la passione di plasmare e modellare qualsiasi tipo di materiale, dopo aver raggiunto il diploma di geometra nel 1994 ho iniziato per gioco a fare qualche lavoretto per qualche amico e nel 1998 ho aperto una bottega artigianale che è un elogio alla pietra, sita in via Nazionale a Novara di Sicilia.
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È una professione che ha ereditato da suo padre o ha scelto liberamente di farla?
Sono autodidatta ma posso dire che l’influenza familiare c’è stata perché i miei avi avevano un mulino e dovevano costruirsi le macine ed altre parti di esso, per cui possedevano tanti attrezzi per la lavorazione della pietra, attrezzi che io da bambino usavo per gioco ma che mi sono serviti ad acquisire manualità.
Quante e quali opere ha realizzato? C’è un’opera a cui si sente più affezionato e perché?
Oltre a lavori commissionati da privati, ho realizzato diverse opere pubbliche, come il prospetto del Teatro comunale “Riccardo Casalaina” di Novara di Sicilia, ho realizzato diverse fontane del centro storico, una Natività a grandezza naturale, diverse sculture sparse a Novara, una scultura a Fondachelli Fantina, e a S. Piero Patti. L’opera alla quale mi sento più legato è un mensolone (cagnò) che si trova collocato nel palazzo Salvo Risicato in via Duomo. La storia di questo cagnò la voglio raccontare di presenza ai ragazzi, visto il particolare motivo per cui l’ho realizzata e la mossa che fanno le mani.
Come si chiama nel dialetto di Novara lo “scalpellino”?
Si dice scarpilleu.
Quali sono gli attrezzi usati nel suo” mestiere”?
Nel mio mestiere si usano scalpelli, mazzette, subbie o punte e martelletti pneumatici.
Quale pietra viene lavorata e da dove si ricava?
Io lavoro tuti i tipi di pietra ma maggiormente la pietra arenaria che si trova in alcune zone circostanti il paese.
Il fatto di risiedere a Novara di Sicilia, dove ovunque si vede la lavorazione della pietra, è ancora per lei una fonte di ispirazione?
Come ho detto prima Novara è ricca di esempi e senza dubbio è anche motivo di ispirazione, aggiungo di più, da bambino sentivo dire agli anziani, mentre guardavano delle opere che nessuno più era in grado di realizzare certe cose e questo mi ha dato una spinta. Ricordo il mio primo lavoro pubblico, il basamento del monumento a S. Ugo, un anziano disse che non lo avevo realizzato io, ha messo in dubbio le mie capacità, io presi quel dubbio, come una sfida, per fare sempre meglio negli anni a seguire, l’incertezza di quell’anziano mi è servita da stimolo per osare di più.
Ha ottenuto riconoscimenti per lei importanti?
Nel 2006 sono stato premiato nell’edizione “Novaresi eccellenti” con la seguente motivazione: Dopo circa trent’anni di silenzio la pietra torna a parlare grazie a Mario.
I turisti amano questo tipo di lavorazione? Il titolo di Borgo tra i più belli d’Italia in Sicilia ha cambiato in qualche modo la sua” professione”, ha avuto maggiore notorietà?
È normale che i visitatori rimangano colpiti da tutti questi lavori che nei secoli si sono accumulati. Per quanto riguarda la notorietà posso dire che è senz’altro cresciuta.
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E si passa ai mulini … col proprietario del “Giorginaro”, il signor Ugo Affannato.
Novara di Sicilia vanta una tradizione antica anche nel campo dei mulini ad acqua, quanti mulini esistono a Novara di Sicilia e quando sono stati costruiti?
Negli anni Sessanta nella sola vallata del torrente S. Giorgio dove si trova il mio, c’erano in funzione 14 mulini costruiti tra il XIV ed il XVII secolo
È vero che lei è proprietario di tre mulini funzionanti, è difficile gestirli?
La mia era una famiglia di mugnai che si tramandavano il mestiere da padre in figlio, per cui molti mulini erano di proprietà Affannato, mei parenti, ma io al momento sono proprietario di un solo mulino.
Come funziona un mulino e di quali acque si alimenta?
I mulini del nostro comprensorio sono a ruota orizzontale e vengono alimentati dalle acque del torrente S. Giorgio.
I Mulini hanno un nome?
Ogni mulino aveva ed ha un nome il mio si chiama “Giorginaro”.
Qual è il mulino più antico di Novara di Sicilia?
Come dicevo i mulini risalgono fra il XIV ed il XVII secolo, il mio come data certa scolpita sull’architrave reca: 1690, ma ci sono alcuni elementi della struttura seminterrata che farebbero risalire la costruzione fra la fine del 1300(XIV sec.) ed inizio 1400(XV sec).
Cosa macinate e chi vi richiede il vostro prodotto?
Maciniamo esclusivamente grani antichi siciliani.
Cosa significa mulino a ruota orizzontale, quanti tipi di mulino esistono?
Si chiamano a ruota orizzontale perché la ruota che genera il moto sfruttando la pressione dell’acqua è posta orizzontalmente nel seminterrato del mulino e trasmette il moto tramite l’albero della ruota direttamente alla macina. Esistono altri tipi di mulini: a ruota verticale, a vento, ad acqua…
È possibile effettuare visite guidate ai mulini?
Sì certo durante tutto l’anno, anche se il periodo migliore va da ottobre a giugno perché il torrente ha una portata maggiore d’acqua, tale da far funzionare il mulino, nel modo più corretto, mentre in estate il torrente va in secca e quindi possiamo fare solo brevi dimostrazioni.
Lei respira l’aria del Medioevo in un’epoca digitale e tecnologica, si reputa più fortunato degli altri?
In un certo senso sì, perché non bisogna dimenticare le proprie origini, il valore delle cose che ci hanno tramandato i nostri avi. Il passato è” un istante” del presente e del futuro.
Alunni classi prime impegnate nel progetto “I Borghi medievali”
Istituto Comprensivo Primo Scuola media Garibaldi