ESSERE SCOUT NELL’ ERA DI FACEBOOK
Lo scoutismo nasce il 22 febbraio 1857 a Londra: venne fondato da Robert Baden Powell per combattere contro i Boeri nelle guerre coloniali nell’Africa del Sud.
Baden Powell era un colonello di cavalleria dell’esercito britannico. La sua idea era di usare i ragazzi del luogo come vedette, piantoni, corrieri, ricognitori, barellieri e per il trasporto di munizioni o come staffette di supporto per i soldati adulti. Baden Powell si rivelò inoltre un buon organizzatore: per esempio fece scavare un fossato di 10 Km intorno ad una città, ma non avendo forze sufficienti per presidiarlo tutto, creò finti campi minati seppellendo delle pietre che da lontano sembravano mine.
Ora è un po’ diverso da 143 anni fa!! Noi, perché anche io sono Scout nel Milazzo 2, ci occupiamo di aiutare le popolazioni colpite da calamità naturali, come è stato per l’alluvione di Bastione; ed i miei compagni di reparto più grandi sono stati mandati a Lampedusa per soccorrere i migranti.
Ma l’esperienza più emozionante l’ho vissuta 3 anni fa durante la giornata nazionale degli scout quando ci siamo radunati in più di 90.000 scout in piazza San Pietro, all’udienza generale del papa. Sembrava un mare formato da camicie azzurre e fazzolettoni che sventolavano.
L’esperienza più recente è stato il mio secondo Pegaso Trophy a fine dicembre, il campo più duro di tutto l’anno.
Abbiamo camminato tanto e siamo arrivati da Barcellona fino al paese di Bafia, attraverso la campagna e lungo il torrente Longano, guidati solo da cartina e bussola.
Dopo un’interminabile salita con i nostri zaini in spalla, la sera stessa, neanche il tempo di riprenderci, siamo andati in paese a chiedere informazioni alla gente di Bafia, soprattutto agli anziani. Abbiamo intervistato una vecchina di 102 anni che vive insieme alla giovane figlia di 79 anni in una ex merceria. Abbiamo chiesto loro le tradizioni del paese e le sue origini.
Quella sera a Bafia faceva freddo, dopo una cena frugale, siamo andati a letto ciascuno nel proprio sacco a pelo, che per quanto caldo non ci riscaldava abbastanza, io infatti ho dormito con guanti, pile e giubbotto addosso.
Il giorno dopo, la sveglia era prima delle sette e presto dovevamo essere in perfetta uniforme per riprendere il cammino. Dopo aver lasciato Bafia abbiamo imboccato una strada per Castroreale, siamo scesi fin sotto il paese e lì: il disastro! In una folata di vento abbiamo perso la cartina. Abbiamo camminato per ore lungo il fiume Longano con l’acqua nelle scarpe, i calzini inzuppati e le vesciche sotto i piedi. Finalmente siamo arrivati al punto di ritrovo con tutte le altre squadriglie. Ognuna di loro aveva già il proprio fuoco; essendo in prossimità del fiume Longano l’unica legna che si trovava era bagnata e per accendere il fuoco ci sarebbe voluto troppo tempo. Per fortuna un’altra squadriglia ci ha prestato il fuoco e abbiamo potuto cucinare e mangiare il nostro pollo alla trapper, una specialità scout deliziosa. Dopo il pranzo abbiamo camminato tutti assieme fino ad arrivare ad una parrocchia di Barcellona dove abbiamo finalmente posato gli zaini.
Alla fine abbiamo cucinato le crepes, per la cena di chiusura, l’unica cosa dolce mangiata al campo.
Questo per noi significa essere scout: essere leali e cortesi, stare insieme, aiutarsi nel superare le difficoltà, condividere esperienze e avventure vere, gioie e dolori. Anche la condivisione di un fuoco, una cosa così semplice, può essere fondamentale per uno scout.
Di solito i ragazzi oggi tendono a condividere foto, video e file musicali attraverso i social network, svalutando il vero significato della condivisione.
La condivisione secondo Baden Powell è tutt’ altra cosa rispetto alla condivisione di oggi, perché la VERA condivisione è reale non virtuale come nei social network.
VIVA GLI SCOUT!
Emanuele Valenti – II A – Istituto Comprensivo Secondo Milazzo.