lunedì, Dicembre 23, 2024
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Savoca, resa famosa da una pellicola storica: Il Padrino… il regista Mario Coco ci svela degli aneddoti…

Il nostro viaggio nei Borghi medievali prosegue e questa volta si ferma a Savoca, borgo collinare scelto come location dal regista americano Francis Ford Coppola nel 1972, per girare alcune scene del Padrino, “The Godfather” considerato una pietra miliare nella storia del cinema.

Scene che hanno reso celebre lo storico Bar Vitelli ed il museo comunale etnoantropologico di Savoca, in cui si conservano diversi oggetti utilizzati dalla troupe durante le riprese. “Il Padrino” da pochi considerato banalmente un omaggio al crimine, ma dai più, un capolavoro assoluto del cinema.  Noi lo consideriamo appunto un capolavoro che ha reso celebre meta turistica questa suggestiva località…

Mario Coco, il giovane regista maggiorenne (ha 18 anni) come lo chiama affettuosamente il suo maestro l’attore Nino Frassica, nonostante la giovane età, ha già all’attivo diversi cortometraggi e film quali “Povera Italia” ed il giallo comico “Due di passaggio”, e ci ha raccontato degli aneddoti su “Il Padrino.

Mario, ci sveli notizie curiose su questo film? 

Quando si parla di un film, ed in particolar modo di un titolo celebre ed essenziale per la cinematografia mondiale, come “Il Padrino”, bisogna partire dalle fasi iniziali dell’intera lavorazione e quindi anche prima delle riprese effettive. Aneddoto celebre, ma che non tutti sanno, è quello che riguarda la scelta dei due attori principali. Il regista Francis Ford Coppola era convinto fin dal principio di scegliere Marlon Brando ed Al Pacino, ma la produzione non era d’accordo perché il primo veniva da recenti insuccessi ed il secondo era ancora poco conosciuto e con all’attivo soli due film. La testardaggine di Coppola e la forte influenza di Marlon Brando sulla distribuzione diede il via ad una vera ventata di fortuna per entrambi gli attori in questione. Marlon Brando vinse l’Oscar e fu protagonista di una fortunata stagione cinematografica, grazie anche all’uscita di “Ultimo Tango a Parigi” di Bertolucci, mentre per Al Pacino fu un grande trampolino di lancio per le future interpretazioni.

A quali interpreti pensò inizialmente, l’importante casa cinematografica statunitense, la Paramount?

I probabili interpreti pensati inizialmente dalla Paramount per il ruolo del giovane Michael Corleone sarebbero stati Dustin Hoffman o Jack Nicholson. Per le scene girate in Italia e quindi in Sicilia la troupe non subì modifiche (come spesso capita quando si gira in altre nazioni) e in produzione l’unico delegato italiano fu Riccardo Bertoni. Sono invece diversi gli attori italiani che parteciparono al film: Simonetta Stefanelli (futura moglie di Michele Placido e madre di Violante Placido), Angelo Infanti, Salvatore Corsitto, Franco Citti, Sarò Urzì, Corrado Gaipa e, come figuranti, Filomena Spagnuolo e Gabriele Torrei (presente anche nel terzo capitolo della saga). Successivamente ne “Il Padrino – Parte II” (1974) troveremo Leopoldo Trieste e ne “Il Padrino – Parte III” (1990) Enzo Robutti, il già citato Franco Citti e Mario Donatone. Un aneddoto interessante è la scelta del regista di far interpretare il bambino che viene battezzato durante la celebre sequenza del massacro alla figlia Sofia Coppola. Nel cast de “Il Padrino” troviamo Angelo Infanti, attore molto noto, ammirato ed apprezzato dagli appassionati, attivo in quasi 120 film e famoso al pubblico per le interpretazioni nei primi film di Carlo Verdone, in particolar modo nei panni del personaggio Manuel Fantoni in “Borotalco”. I suoi racconti sul film sono molto giovali, anche se della decisione di Coppola di fargli interpretare Fabrizio, ruolo tra l’altro fondamentale, perché è colui che fa scoppiare la bomba in macchina nella sequenza siciliana, si sa poco.

Vuoi raccontare ai nostri lettori l’aneddoto della “coppola”?

 Certamente…i due si conobbero tramite Sergio Leone, molto amico di Coppola. Appena Angelo Infanti entrò, Francis Ford Coppola gli chiese come si chiamasse il cappello in Sicilia. Infanti rispose: “Come ti chiami tu, Coppola“. E venne preso subito, forse anche per via dell’aspetto fisico, riconducibile alle fattezze mediterranee del personaggio. Durante le riprese del film, l’amicizia tra il regista e l’attore si consolidò e per un periodo Coppola venne ospitato da lui in Italia nella sua casa a Zagarolo (a pochi chilometri da Roma). Proprio lì, secondo gli aneddoti di alcuni amici dello stesso Angelo Infanti, nacque il primo soggettino di “Apocalypse Now”, uscito poi nel 1979. Pare che il regista, dopo essersi svegliato una mattina, gli raccontò la scena iniziale su cui aveva riflettuto durante la notte. Ma l’influenza italiana su Francis Ford Coppola non si ferma solo a questo incipit e alla trilogia de “Il Padrino”, perché la splendida e pluripremiata fotografia di “Apocalypse Now” fu curata proprio da un celebre italiano, Vittorio Storaro, ma siamo già quasi all’entrata degli anni 80, alla soglia di uno storico cambiamento hollywoodiano, in cui la fantasia, le nuove tecniche ed una tempesta di colori giovanili, sostituirono le sfumature scure degli anni 70, dai quali provengono film come “Il Padrino”, ancora omaggiati, citati ed amati”.

 Alunni classi prime

 Istituto Comprensivo Primo Milazzo – Scuola media Garibaldi

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