MORIRE DI FREDDO NEL 2017
Nei giorni dell’Epifania il nostro paese ha subito un’ondata di gelo eccezionale per le nostre latitudini. Il forte freddo ha causato delle vittime in Italia tra cui 3 clochard, due polacchi e un rumeno. Sullo sfondo, città diverse tra loro accomunate purtroppo da un tragico e triste evento, Milano, Firenze e Messina. A Milano un 66enne polacco è morto per assideramento all’interno di un palazzo abbandonato. Il secondo, anch’esso di nazionalità polacca, è morto per strada a Firenze. Anche in questo caso la causa è probabilmente da ricondursi al freddo ma si attende l’esito della autopsia. Dell’uomo non sono stati ritrovati documenti e non si hanno altre notizie. A Messina, invece, il clochard senzatetto pare fosse già in condizioni di salute precarie ma è certo che nella notte del 6 gennaio sia morto per ipotermia. Queste sono solo 3 delle 8 vittime che hanno perso la vita negli ultimi giorni per il freddo.
La notizia di queste morti rende tutti molto tristi e porta ad una riflessione: si può morire nell’era del progresso tecnologico di freddo e stenti? I clochard sono uomini soli che forse hanno fatto una scelta di vita libera e consapevole o che forse – come è più probabile, visti i problemi che hanno nel soddisfacimento dei bisogni primari – a un certo punto della loro storia personale, per un evento traumatico o un rovescio di fortuna, si sono smarriti, ritrovandosi a vivere un’esistenza ai margini che certamente non hanno scelto. In entrambi i casi siamo tutti distratti nei confronti delle loro esistenze invisibili che non fanno notizia. Sarebbe auspicabile che le autorità non volgessero la loro attenzione solo ai nostri poveri fratelli migranti, magari per strappare applausi e consensi, ma anche a quei barboni, gentilmente chiamati clochard, che con altrettanta “gentilezza” sono morti accompagnati dal silenzio del mondo. Allo stesso modo sono stati dimenticati i bisogni delle popolazioni terremotate del centro Italia dove in questi giorni il termometro è sceso sotto lo zero. Ancora accampati in tende di fortuna, i terremotati hanno potuto contare più sulla solidarietà privata e sugli aiuti dei volontari che sul supporto delle istituzioni. In queste ore le associazioni di volontariato che si occupano degli invisibili di Messina, come la Croce Rossa Italiana o la comunità di Sant’Egidio, hanno diffuso vari appelli alla città: dalla richiesta di stufe elettriche per i dormitori che accolgono i tanti senza fissa dimora alla raccolta di coperte e sacchi a pelo per quanti non trovano posto nei dormitori o non riescono a raggiungerli, come nel caso del 47 enne morto per il freddo a Messina. Altrettanto encomiabile è l’iniziativa del sindaco di Messina, Renato Accorinti, e dell’assessore Nina Santisi, di accogliere i senzatetto nei locali di Palazzo Zanca.
Al momento sono due i clochard che hanno trovato riparo presso il Comune di Messina,un uomo e una donna, ma il sindaco metropolitano, attraverso un comunicato stampa cui ha fatto seguito un’inarrestabile tam tam dei social network, ha aperto le porte di Palazzo Zanca a tutti coloro che, in questi giorni di freddo eccezionale, si trovassero in difficoltà. Ieri alcuni finanzieri vi hanno accompagnato una donna senza fissa dimora, originaria di Verona ma che vive a Messina da diverso tempo. L’amministrazione si è detta vicina agli ultimi e si impegnerà a realizzare altre strutture per i clochard oltre alla casa di San Vincenzo che risulta già tutta occupata.
Andrea Costantino e Nunzio Scalia classe II sez.A I.C. ”Mazzini” Messina