Alessandro Barbero, “LE ATENIESI” Mondadori
La vicenda è ambientata nell’Atene sconfitta dopo la guerra del Peloponneso, nell’ultimo decennio del V sec. a.C., in occasione delle piccole Dionisie, celebrazioni in onore del dio Dioniso della durata di un giorno intero che prevedevano anche delle rappresentazioni teatrali.
Trasillo e Polemone sono ormai due uomini anziani, sopravvissuti alla disastrosa battaglia di Mantinea, e ora dediti alla cura dei loro piccoli appezzamenti di terreno, con l’aiuto delle giovani figlie, Glicera e Charis. Mentre i due uomini vanno in città a partecipare alla festa e ad assistere alla rappresentazione della Lisistrata di Aristofane, le due ragazze tornano in campagna, alle loro case, perché hanno un appuntamento, segreto, con Cimone, figlio del ricco Eubulo, che abita proprio accanto a loro in una splendida villa. Nonostante le continue raccomandazioni paterne, le due ragazze, ormai in età da marito, varcano la soglia della ricca dimora con ingenuità e in assoluta buona fede, contravvenendo, però, alle leggi di una società patriarcale, e vivendo un’esperienza difficile da dimenticare. Mentre Glicera e Charis si trovano a casa di Cimone, i loro padri assistono a teatro alla Lisistrata, commedia rivoluzionaria che affronta il tema sempre attuale e doloroso della guerra, lasciandosene coinvolgere e discutendo dell’opportunità che le donne si interessino di faccende prettamente maschili. A queste due vicende che si snodano parallele, se ne affianca una terza che ha per protagonisti il ricco Eubulo e gli ospiti al suo banchetto, tutti aristoi, i migliori, gli aristocratici, che discutono di oligarchia e democrazia, propendendo decisamente per la prima con il desiderio di renderla una realtà.
Protagoniste della storia sono le donne: Glicera e Charis, che si ribellano alle regole maschiliste che le considerano inferiori, rivendicando la loro autonomia di scelta e i loro diritti al pari degli uomini; l’ateniese Lisistrata e la spartana Lampitò, create dalla fantasia di Aristofane, che si alleano e decretano lo sciopero sessuale per porre fine al male supremo della guerra che gli uomini, ciechi e litigiosi, portano avanti senza accorgersi della distruzione e dell’insensatezza che li circonda; Andromaca, schiava di Eubulo, che decide di ribellarsi e riprendersi la libertà di cui era stata privata, riprendendo anche il suo nome e tutta la dolorosa storia seppellita nel profondo del suo cuore – “Io non mi chiamo Andromaca. Io sono Aglaia figlia di Callicratida, di Melos!”. E sullo sfondo si stagliano e si intrecciano i temi della guerra, della lotta di classe tra demos e aristoi, della giustizia, della democrazia e dell’oligarchia che rendono viva e vibrante la società ateniese sullo scorcio del V sec. a.C.
Alessandro Barbero, professore ordinario di Storia Medievale, ci presenta, con una prosa chiara e piacevole, una storia ricca dei valori tanto cari alla cultura greca di ogni tempo, libertà, democrazia, indipendenza, alternando momenti di divertita ironia a momenti di crudo realismo. Ci coinvolge nella lettura e ci fa immedesimare nei suoi personaggi, attraendoci e imprigionandoci con la nitidezza delle parole che rendono questo romanzo adatto a tutti.
Prof.ssa Maria Daniela Trifirò