Sfruttamento del lavoro minorile
“Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe impugnare sono penne e matite.”
IQBAL
Siamo alla fine del 2016 e purtroppo ancora oggi, nonostante i grandi progressi raggiunti, esiste il problema dello sfruttamento del lavoro minorile, che avviene prevalentemente nei paesi più poveri o in via di sviluppo. Sono almeno 168 milioni i bambini e gli adolescenti nel mondo a lavorare, di cui 85 milioni sono impiegati in lavori altamente rischiosi. Questi piccoli bambini invece di vivere felici e spensierati, sono costretti a subire sfruttamenti e violenze da parte dei propri datori di lavoro. In genere hanno un’età tra i 4 e i 15 anni. Vengono tolti dalle famiglie a causa di povertà o difficili situazioni e affidati ad altri che poi ne sfruttano il lavoro e li costringono a lavorare facendo fare loro orari inconcepibili (15 ore al giorno circa). Spesso vengono legati e mal nutriti: sono letteralmente schiavizzati. Alcuni di loro provano a scappare, ma poiché la polizia è corrotta, vengono riconsegnati ai loro padroni.
Con la rivoluzione industriale questo fenomeno venne sfruttato soprattutto dalle fabbriche tessili e di calzature. Nel settore agricolo abbiamo la più alta presenza di minori (98 milioni circa). I minori, tuttavia, sono anche coinvolti in lavori domestici e nelle miniere.
L’Europa è il continente con meno minori impiegati, circa 5 milioni; segue l’America Latina con 15,5 milioni di impiegati, l’Africa subsahariana con 59 milioni di minorenni sfruttati e infine l’Asia/Pacifico con 78 milioni di bambini sfruttati.
Gli Stati come Colombia, Brasile e Pakistan sono ancora oggi quelli più coinvolti; in quest’ultimo in particolare i bambini lavorano nelle fabbriche dei tappeti perché con le loro piccole mani riescono a fare dei lavori precisi. Purtroppo questi poveri bambini non hanno la possibilità di andare a scuola e rimarranno analfabeti, non riusciranno a difendere i propri diritti neppure quando saranno adulti, così vengono imbrogliati dai padroni per anni oppure a volte fino alla morte.
La storia vera di Iqbal Misih, mette in evidenza quanto detto. Iqbal era un ragazzino pakistano diventato poi in tutto il mondo il simbolo contro lo sfruttamento del lavoro minorile, per essersi tante volte ribellato a tutte le violenze che dovette subire. Iqbal fu venduto quando aveva solo 4 anni ad un venditore di tappeti, fu incatenato ad un telaio, mal nutrito e costretto a lavorare (anche quando stava male) fino a 15 ore al giorno. Più volte cercò di fuggire ma catturato dovette subire altre violenze fino a quando, fuggito per l’ennesima volta, riuscì a raggiungere il leader sindacalista Ullah Khan, che lo aiutò nella sua battaglia. Prima di farsi mostrare la sua stanza Iqbal gli chiese un favore quello di insegnargli a leggere e a scrivere così da grande poteva diventare un avvocato. A questo punto il sindacalista gli disse: “Certo! Ricordati, ragazzo è la cultura a renderci veramente persone libere. Non lo dimenticare mai.” Fu grazie alla conoscenza di una giovane donna di nome Fatima, che Iqbal, ebbe l’opportunità di poter imparare a leggere e a scrivere. Fu invitato a molte conferenze e nel 1994 riuscì anche a ottenere il premio Reebok per i diritti umani dall’università di Boston. Presto divenne famoso in tutto il mondo, e con il suo coraggio riuscì a far liberare altri bambini. Purtroppo però era malvisto dai commercianti di tappeti e dopo aver raggiunto la sua famiglia, in un giorno di Pasqua mentre era a giocare in bicicletta con i propri cuginetti fu ucciso da un proiettile. Iqbal barcollò per qualche metro con il viso in parte illuminato dalla gioia di chi per la prima volta è felice come un bambino, nel vano tentativo di continuare la corsa come se niente fosse accaduto, poi si ritrovò, con la camicia bianca della festa imbevuta di sangue, accasciato dolcemente sul selciato, con l’ultimo sguardo incredulo e stupito fisso al cielo. Solo allora una mano pietosa chiuse le palpebre di quegli occhi belli e innocenti, gli occhi forti e coraggiosi di Iqbal Misih.
Per proteggere questi bambini ci sono alcune organizzazioni, come l’Ilo che è l’agenzia delle nazioni unite che si occupa di promuovere il lavoro in modo produttivo, in sicurezza, in condizioni di libertà e dignità. Inoltre ci sono Il Save The Children, Amnesty International, Unicef e la International Labour Organizzation. Il Save The Children è la più grande e importante organizzazione per la difesa dei bambini che si occupa di far rispettare i loro diritti come salute, nutrizione, educazione e proteggerli da ogni tipo di violenza, abuso o sfruttamento; mentre l’Unicef che è il fondo per le nazioni unite per l’infanzia si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri. Viene finanziato da contributi volontari di paesi, governi e privati. Ha ricevuto nel 1965 il premio Nobel per la pace .
Tuttavia ci vorrebbe maggiore attenzione del governo.
In Italia lo sfruttamento del lavoro minorile è vietato dalla legge 977 del 17 ottobre 1967, ma nonostante ciò si registra un picco tra gli adolescenti nell’età di passaggio dalla scuola media alla superiore. Quindi è urgente che tutti noi facciamo qualcosa per evitarlo, come per esempio evitare di comprare prodotti fatti da bambini e adolescenti costretti a lavorare spesso in situazioni inaccettabili.
Alessia e Aurora 2 B Istituto Comprensivo “Bastiano Genovese” Barcellona