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“FEMMINICIDIO…. OLTRE LA VIOLENZA”

Centodiciassette donne uccise da mano maschile in Italia dall’inizio del 2016. Sono donne a cui la vita è stata “rubata “da mariti, fidanzati, spasimanti, ex compagni di vita, accecati dall’ira, dalla rabbia o dalla gelosia. Un massacro di donne, che muoiono per mano di coloro che dicevano di amarle. La media è di una vittima ogni 3 giorni. La Lombardia detiene il triste primato con il più elevato numero di donne uccise (20) solo nel 2016, seguono il Veneto (13), la Campania e l’Emilia Romagna (12).

Anche quest’anno la famiglia è il principale contesto dei femminicidi pari al 75,9% (88 donne uccise). Ma cosa significa esattamente il termine “Femminicidio“?. Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne, allo scopo di annullare l’identità attraverso la violenza fisica o psicologica, fino alla schiavitù o alla morte”, è questo il significato del termine.  Si tratta di un’aberrazione che finalmente sta venendo alla luce visto che sempre più spesso trasmissioni televisive e giornali danno spazio a casi di donne che hanno perso la vita a causa di una persona a loro familiare.

Ogni piccolo racconto è una vita perduta…. Lucia Annibali, avvocatessa di 35 anni, diventata un simbolo per tutte le donne che subiscono violenze, il 6 aprile 2013 è stata sfregiata con l’acido solforico dall’ex fidanzato Luca Varani. Michela Baldo è stata uccisa con due colpi di pistola dall’ex fidanzato, dopo che si erano lasciati. Deborah Fuso non è riuscita a sottrarsi alla furia omicida del fidanzato che, nel maggio del 2016, dopo una violenta lite, ha colpito più volte la donna con il coltello da cucina, provocandole ferite mortali…. e poi ancora Sara, bruciata viva dal suo ex in una strada di periferia. Vania, infermiera massacrata dal suo uomo e poi Fabiana, Rosaria, Stefania, Giulia, Elisabheth, peruviana uccisa dal suo convivente davanti ai suoi 2 figli solo perché voleva lasciarlo e per finire, la follia omicida di Luigi Alfarano si è riversata nei confronti di Federica De Luca proprio il giorno in cui avrebbero dovuto ufficializzare, davanti ai legali, la loro separazione. In questo caso, purtroppo, la vittima innocente è stato anche il piccolo figlio della coppia, ucciso nella casetta al mare, a cui è seguito il suicidio del padre.

Questi sono solo alcuni esempi, ci sono numerosi casi di femminicidio nel mondo e ogni donna ha la sua storia personale. Generalizzare è forse scontato, ma credo che l’unica via d’uscita, per le donne vittime di uomini violenti, sia cercare di riconquistare, ad ogni costo, la propria dignità, avere fiducia nelle istituzioni e lottare per il proprio futuro senza arrendersi a chi le vuole vedere sottomesse e infelici.

Avremmo voluto un anno senza femminicidi, ma non è stato così… a ciascuna delle donne uccise vorrei dedicare un pensiero che servirà a non dimenticare i loro volti, le loro storie, vittime di qualcosa che gli assassini si ostinano a chiamare “amore”.

Maja Salmeri

IID (Istituto Comprensivo Primo- scuola media Garibaldi Milazzo)

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