lunedì, Dicembre 23, 2024
Il bello del Majorana

Il coraggio di una donna, l’umanità di un medico: Chiara Castellani

Il 10 Dicembre 2016 è stata celebrata la giornata sovranazionale dei diritti umani, nata per ricordare al mondo la data della proclamazione della Dichiarazione dei diritti dell’umanità  ad opera dell’Assemblea generale dell’ONU nel 1948.

In questa occasione L’ITT “Ettore Majorana” di Milazzo ha avuto il piacere di ospitare la dottoressa Chiara Castellani.

Chiara Castellani è una donna che è riuscita a far del suo sogno uno scopo e soprattutto un “motore” di vita, come appunto lei afferma.

Laureata in medicina e chirurgia e specializzata in ginecologia e ostetricia, come hanno detto di lei, è una donna che sognava di mettere la sua professione al servizio della vita e che ha messo la vita al servizio della professione.

Dopo aver conseguito la laurea, parte per un programma di volontariato nel sud America dedicandosi alla vaccinazione pediatrica.

Torna momentaneamente in Italia, per poi recarsi nuovamente a Matagalpa, in Nicaragua, fin quando non verrà inviata dal Ministero della salute dello stato sudamericano a Waslala, per gestire i reparti di ginecologia e chirurgia d’urgenza.  Lei stessa racconta la sua esperienza, sottolineando il grande entusiasmo che la sosteneva nel far nascere tanti “ninos morenos” che gridano al mondo l’inizio della loro avventura in una terra difficile.

Qui a Waslala, la coraggiosa dottoressa diventa chirurgo di guerra, esperienza drammatica che la porta a contatto con le vittime delle mine; un’esperienza però che metterà a frutto anche in Congo, dove si recherà successivamente.

Nel Congo, la realtà è ovviamente fatta di difficoltà e sofferenze, spesso però accompagnate dalla gioia provata nel salvare i civili; ma qui in Africa, il destino riserva una terribile sorpresa alla giovane dottoressa: rimane infatti vittima di un incidente stradale, e a causa delle profonde lacerazioni al braccio destro, sarà costretta a ricorrere all’amputazione.

Ma la dottoressa Castellani non si scoraggia e non rinuncia al proprio impegno: privata di un arto, imparerà ad usare l’altro, quello sinistro.

Nella conferenza che ha tenuto nella nostra scuola, Chiara Castellani, nel raccontare la sua esperienza, si è soffermata proprio su questo punto, citando una poesia che ha il merito di averla convinta ad andare avanti, merito che ha soprattutto questo verso: “gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.” E poi ha aggiunto un’altra considerazione: <mi sento come un passero dall’ala spezzata ma dal cuore grande come l’Africa>

Ecco perché ha proseguito comunque nella sua missione di medico al servizio dell’umanità, credendo sempre in quel sogno che l’ha portata ad essere ciò che è: una grandissima donna.

Una delle recenti “battaglie” in cui è impegnata riguarda un carcere nel Congo, paese dominato dalla malaria e malnutrizione, al cui interno non viene distribuito né cibo né acqua.

Come lei stessa ha dichiarato durante la conferenza, nutre una grande speranza in un cambiamento dell’atteggiamento da parte della civiltà occidentale. Una speranza che ripone nel nostro mondo, nonostante fino ad ora abbia voluto chiudere gli occhi dinanzi al dramma di un’altra realtà: è passata ad esempio inosservata una strage di studenti universitari (53 in totale), che protestavano contro Kabila, il presidente del Congo.

Questo presidente ha rimandato più volte le elezioni per “mancanza di fondi”, allo scopo di rinnovare spesso il suo mandato.

Questi avvenimenti spingono Chiara Castellani a cercare sostegno anche nel resto delle comunità religiose Italiane, come ha fatto per le elezioni che si terranno il 19 dicembre, in vista delle quali ha invitato tutti a pregare per evitare una strage.

Questa grande donna ha a cuore infatti tutte le persone che cercano di guadagnarsi i loro diritti, rincorrere i propri sogni e partecipare alla costruzione di un bene comune.

Dinanzi a questi scenari di sofferenza e di morte, la nostra ospite ci ha invitato a soffermarci su una frase letta nel carcere di Kenge, una frase che ha suscitato emozione e commozione tra tutti i presenti in sala.

Questa frase diceva: “Là dove la vita non ha alcun valore, niente ha valore come la vita.”

Quindi, proprio nella giornata internazionale dei diritti umani, ci auguriamo di non essere gli unici ad aver imparato a non sottovalutarne mai più l’importanza.

Riccardo Crisafulli 3D BA

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