Nastro rosso per una Giornata Mondiale
Giorno 1 dicembre si è celebrata la “Giornata mondiale contro l’AIDS”, una manifestazione che ha come scopo la prevenzione e la solidarietà verso coloro che ne sono affetti. Una giornata che deve far riflettere molto e che deve continuare a costruire i pilastri dell’igiene e della salvaguardia.
Ma che cos’è veramente l’AIDS? Come si può trasmettere? Ed oggi sono sufficienti le campagne di prevenzione?
L’AIDS (o sindrome da immunodeficienza acquisita) è causata dal virus “immunodeficienza umana” noto come HIV. L’HIV è un virus a RNA di forma sferica che appartiene alla famiglia “Retroviridae” e presenta un meccanismo caratteristico dei Retrovirus infatti tramite un particolare enzima detto “trascrittasi inversa”, il virus è capace di trasformare il proprio patrimonio genetico da RNA (a singola elica) a DNA (a doppia elica). L’HIV dimostra una certa affinità per i linfociti T, particolari tipi di globuli bianchi. Ogni linfocito è essenziale per la risposta immunitaria, venendo attaccato dall’HIV perde la propria funzionalità e di conseguenza ciò provoca un indebolimento del sistema immunitario noto come “immunodepressione”. Questo stato dunque comporta una maggiore esposizione al rischio di contrarre malattie e infezioni.
L’AIDS è una malattia infettiva a trasmissione sessuale, parentale e verticale. La trasmissione sessuale è il metodo di contagio più diffuso, infatti questo avviene tra liquidi biologici infetti e mucose. La trasmissione parentale è un’altra modalità di contagio che avviene attraverso l’utilizzo di aghi contaminati ad esempio per tatuaggi, piercing oppure per chi fa utilizzo di droga per via endovenosa. La trasmissione verticale si verifica da madre in figlio durante gravidanza, parto o allattamento. Dal contagio possono trascorrere anni durante i quali non si avvertono sintomi ma si ha una risposta positiva ai test del virus HIV cioè si è sieropositivi. La sieropositività è la fase che segue l’infezione primaria, un periodo più o meno lungo di latenza senza manifestazioni patologiche durante il quale si verifica la replicazione virale, la progressiva diminuzione dei linfociti e di conseguenza la perdita di funzionalità del sistema immunitario. La sieropositività indica dunque la presenza nell’organismo umano di anticorpi a seguito dell’ingresso dell’HIV.
Il problema sta nel fatto che le persone sieropositive non avvertono sintomi ma possono contagiare la malattia ugualmente e da qui deriva la necessità di prevenzione, quella prevenzione a cui è dedicata questa giornata. A tutt’oggi non esistono vaccini anti-HIV e non esistono terapie per la completa guarigione. Dalla malattia non si può ancora guarire ma nei paesi occidentali è disponibile una terapia antiretrovirale ad elevata attività che ha la funzione di allungare il decorso della malattia in modo da aumentare il tempo che intercorre tra diagnosi e decesso. Dunque fondamentalmente lo scopo è quello di impedire la replicazione del virus. Esistono farmaci antiretrovirali che agiscono interferendo nelle fasi del ciclo vitale dell’HIV. Però è importante utilizzarli in combinazione tra loro per evitare di produrre virus resistenti ai farmaci, infatti questo ha la tendenza di mutare e l’utilizzo di terapie combinate permette di ridurre al massimo l’insorgenza di ceppi virali multiresistenti.
I dati statistici però parlano chiaro: nel 2010 erano circa 33 milioni le persone affette da questa malattia di cui 30 milioni residenti in paesi con scarse risorse economiche. Infatti più del 60% degli affetti appartiene all’Africa Subsahariana di cui i sono solo donne. Da qui anche il problema dell’immigrazione che potrebbe compromettere la salute della popolazione. Nel nord dell’America e nell’Europa i dati nel 2010 hanno dimostrato la diminuzione dei decessi con l’introduzione delle terapie antiretrovirali. In Italia in particolare i dati indicano che dal 2010 i casi stanno aumentando, ma anche se di poco questi valori devono essere tenuti sotto controllo e devono essere applicate le misure di prevenzione necessarie per salvaguardare la popolazione, obiettivo principale dell’igiene e dell’epidemiologia. Ecco perché si è pensato di ideare un test da comprare direttamente in farmacia e da effettuare privatamente per scoprire la presenza di anticorpi diretti agli antigeni dell’HIV nel sangue che ugualmente deve essere seguito da specifici controlli. Come si dice “Prevenire è meglio che curare” e la giornata mondiale dell’AIDS con il suo nastrino rosso offre proprio questa riflessione.
PINO SILVIA III E BS